Le grandi aziende dell'informatica sono notoriamente tra i simboli più orgogliosi che gli USA si vantano di avere: Google, Apple e Microsoft da sole dominano l'intero mercato dei computer e degli smartphone (perlomeno a livello software) e sono tutte aziende a stelle e strisce. Ecco perché le mosse di Donald Trump, che da poco tempo ha ormai in mano, volenti o nolenti, le sorti di un'intera nazione (e non esattamente di una qualsiasi) appaiono qualcosa che possa far riflettere tutti... anche le stesse big companies che dominano il mondo della tecnologia.

Ed è quello che è esattamente successo in seguito alla decisione di Trump di chiudere le porte all'immigrazione da parte di 7 paesi musulmani: un provvedimento che ha scatenato le reazioni dei giganti della tecnologia, ma che in generale ha alimentato tantissimo l'opinione pubblica, non proprio in maniera positiva. Ma cosa pensano le aziende informatiche del provvedimento di Trump?

Google e Netflix: preoccupazioni per i dipendenti

A parlare per conto del gigante dei motori di ricerca, il CEO Sundar Pichai, che si descrive come preoccupato per le conseguenze che questo provvedimento avrà nei confronti dei Googlers (i dipendenti della grande corporation) provenienti da questi paesi e delle loro famiglie.

Inoltre, il provvedimento è stato descritto come qualcosa che potrebbe limitare fortemente l'ingresso di potenziali talenti all'interno dell'azienda.

Non sono tanto diverse le parole di Reed Hastings, CEO e fondatore di Netflix, che rincara la dose, definendo le azioni di Trump come qualcosa di completamente non americano e che danneggerà tutti, arrivando a dire, in un post Facebook, che è tempo di stringersi assieme per difendere i veri valori americani, di libertà e opportunità.

Apple si fa sentire alla Casa Bianca

Non manca infine la Apple, per la quale il CEO Tim Cook ha addirittura voluto conversare direttamente con Washington: oltre a ribadire anch'egli le difficoltà di alcuni dipendenti, colpiti dal duro provvedimento repressivo di Trump, ha voluto sottolineare una realtà che, volente o nolente, prima o poi Trump si troverà a dovere riconoscere: la forza di Apple sta anche nelle diversità presenti nel suo team. Ma aggiungiamo che è una forza che sta in molte realtà aziendali decisamente evolute, e che si stanno trovando in controtendenza con una politica non forse altrettanto in evoluzione.