E' iniziato in Corea del Sud il processo nei confronti del vicepresidente della Samsung Electronics Lee Jae-yong, verso il quale sono state mosse una serie di accuse, tra cui corruzione ed appropriazione indebita. Dopo lo scandalo delle lavatrici in USA e poco prima del lancio del nuovo Galaxy S8, un'altra bufera si abbatte sul colosso sudcoreano.

Le indagini della procura speciale

Secondo la procura speciale, che sta indagando sul caso da febbraio, l'influente manager della Samsung sarebbe legato a doppio filo allo scandalo che ha portato alla destituzione del presidente della Repubblica della Corea del Sud, Park Geun-Hye.

Infatti l'erede della famiglia fondatrice avrebbe versato (tramite donazioni a fondazioni) a Choi Soon-Sil, legata al presidente della Repubblica Park Geun-Hye, circa 43 miliardi di won (pari a quasi 37 milioni di dollari) in cambio di favori politici su un’operazione del 2015 di riassetto del gruppo Samsung che necessitava per la riuscita di voti in parlamento al fine di agevolare l'utilizzo di fondi pubblici destinati ai fondi pensione.

Chi è Lee Jae-yong, il vice-presidente Samsung

Mr Lee, noto anche come Jay Y. Lee, è attualmente vice presidente di Samsung Electronics. Ma dal momento che il padre, Lee Kun-hee, ha subito un attacco di cuore nel 2014, è considerato de facto capo di tutto il conglomerato di Samsung Group, in Ottobre 2016 è stato nominato a far parte del Consiglio della società.

E' inoltre accusato dai più critici che la sua ascesa in Samsung è merito del suo legame di parentela in famiglia e non per la sua esperienza di business. Samsung ha ammesso di aver effettuato donazioni a favore di due fondazioni, ma ha negato di aver cercato favori in cambio. Mr Lee non era presente all'udienza preliminare, ma il suo avvocato ha negato tutte le accuse a suo nome.

Quanto a Park, il parlamento ha votato a dicembre dello scorso anno per mettere il presidente sotto accusa per lo scandalo. La Corte Costituzionale della Corea del Sud dovrebbe pronunciarsi a breve, presumibilmente il 13 marzo, e molto probabilmente la decisione sarà accolta. Fino ad allora, la signora Park rimane formalmente presidente, ma spogliata dei suoi poteri. La signora Choi invece è sotto processo per accuse, tra cui la corruzione e la coercizione.