Il satellite Planck sembrerebbe voler cancellare trent'anni di storia. Sì, perché mentre si continua a parlare di viaggi sulla Luna e di segni di "attività che la rendono un candidato sempre più forte per la ricerca di vita" (parole della NASA riportate da Amedeo Balbi su La Stampa di venerdì 14 aprile), ancora non siamo sicuri di come si è formata la vita e l'universo. Il problema è cruciale, se pensiamo che da sempre gli scienziati ci hanno rassicurato sulla solidità del primo vagito dell'universo. Il famoso big bang, una violentissima esplosione cosmica, e poi la successiva espansione della materia nella cosiddetta "inflazione" del cosmo.

Ma sembra che, da studi più recenti, l'origine e la successiva evoluzione dell'universo possa anche essere spiegata diversamente.

Modello "inflazionario" in discussione secondo le misurazioni di Ijjas, Steinhardt e Loeb

Anna Ijjas, Paul J. Steinhardt e Abraham Loeb, scienziati del Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics, hanno smontato la teoria dell'espansione dell'universo. In una conferenza stampa del 21 marzo 2013, hanno annunciato i nuovi e rivoluzionari risultati del satellite Planck. Esponendo scientificamente le ragioni dell'insostenibilità della precedente versione di espansione dell'universo dopo il big bang. Tra cui, ad esempio, il fatto che manca l'ingrediente indispensabile per giustificare l'inflazione, ossia "l'energia inflazionaria", che è solo un dato ipotetico e non dimostrabile.

Considerazioni scientifiche dialettiche della teoria "inflazionaria"

I tre scienziati partono dal considerare ciò che è sicuramente certo "indipendentemente dal tipo specifico di energia inflazionaria." Dialetticamente, preso per vero che dopo il big bang sia seguita l'inflazione, si può rilevare che "temperatura e densità della materia dell'universo alla fine dell'inflazione devono variare in qualche misura da un punto all'altro." L'espansione - sostengono gli scienziati sostenitori della validità dei dati di Planck - si conclude quando l'energia inflazionaria "decade diventando materia e radiazione ordinaria." Laddove la quantità per metro cubo di energia è di poco maggiore, "l'espansione accelerata durerebbe appena di più e, decadendo, densità e temperatura dell'universo salirebbero anch'esse." La variazione dell'energia corrisponderebbe quindi a "una struttura di punti un po' più caldi o più freddi nel fondo cosmico e conserverebbe in sé per questo una traccia di quei primi tempi."

Insufficienza della teoria inflazionista e necessità di un cambio di prospettiva

La teoria inflazionista è di per sé troppo vaga, sostengono i tre scienziati di Harvard.

Non ci dice pressoché nulla dell'universo: del numero, della disposizione delle galassie nello Spazio, come della quantità di materia. Tantomeno ci dice perché ci sia stato il big bang, come perché si sia creato lo spazio dopo l'esplosione e si sia dilatato fino a diventare l'universo attuale. Il satellite Planck avvalora due possibilità:

  • l'universo ha avuto un inizio(big bang);
  • non c'è mai stato un inizio e il big bang è da considerarsi piuttosto un grande rimbalzo. Ossia un passaggio dalla "precedente fase cosmologica all'attuale fase di espansione."