È stata spostata al Cerro Armazones, lo stesso dove è stato girato il film di 007 "Quantum of Solace", la cerimonia che doveva tenersi nel deserto cileno di Atacama, per la posa della prima pietra del più grande telescopio ottico mai progettato dall’Osservatorio Europeo Australe, l’Elt acronimo che sta per Extremely Large Telescope (telescopio europeo estremamente grande). La celebrazione è stata spostata a causa della straordinaria ondata di maltempo, come non si vedeva da anni, che si è abbattuta sul Cile, con venti fortissimi che a più di 3.000 metri di quota possono raggiungere anche 100 Km/h.

La cerimonia, prevista intorno alle ore 21.00 italiane, darà il via ad un progetto molto ambizioso: poter cercare da Terra pianeti che possano ospitare la vita, ed effettivamente dopo le scoperte di Trappist-1 e del pianeta Lhs 1140b, trovare nuovi mondi abitabili non sembra un'impresa impossibile, ma comunque complessa. Ecco perché c’è bisogno di mezzi sempre più potenti per scrutare i cieli.

L’Elt sarà di fatto il fuoriclasse dell’Astronomia soprattutto per il suo specchio record dal diametro di 39 metri, il che lo rende almeno dieci volte più grande delle attuali "super-attrezzature" per scrutare il cielo. Costato 1,1 miliardi di euro per avere una vita operativa di 50 anni, l’Elt potrà concorrere con Hubble, il celebre telescopio spaziale, in quanto le sue immagini saranno ben 16 volte più definite.

Per l’occasione la senatrice Stefania Giannini non ha mancato di sottolineare come l’Elt sia un successo Italiano a livello industriale e scientifico, visto il significativo contributo che l’Istituto Nazionale di astrofisica si appresta ad apportare al progetto. Il presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, Nicolò D'Amico, ha anch’egli approfittato per sottolineare come questo sia un grandissimo successo del sistema Paese, ovviamente in riferimento ai 400 milioni di euro assegnata dall’Eso al consorzio di aziende italiane Ace, e ricordare come le aziende italiane siano da 30 anni coinvolte nella realizzazione dei più grandi telescopi del mondo.

A beneficiare della cospicua commessa per la realizzazione di quest’opera, che misura 90 metri di altezza, 100 di base, 5mila tonnellate di peso e con un volume paragonabile a quello del Colosseo, è un consorzio di ditte italiane, che si occuperà della struttura portante e della cupola rotante: Astaldi, Cimolai ed EIE. Astaldi (la capofila con il 60% del valore della commessa) ha il compito di realizzare la struttura in calcestruzzo, gli impianti termotecnici, quelli elettrici e il 50% dei meccanismi; la Cimolai (40% della commessa) deve edificare le carpenterie metalliche dello stabile; la EIE (progettista) realizza il 50% dei meccanismi ed è responsabile al 100% dell’ingegneria, ossia di tutte le performance degli oggetti costruiti e assemblati in modo da garantire al telescopio il debito equilibrio.