wikipedia has cancer. E' questo l'impattante titolo scelto da Guy Macon, veterano editor di Wikipedia, per lanciare l'allarme circa la futuribilità del progetto della più famosa enciclopedia online del mondo. Le critiche mosse da Macon, nel team di editori da oltre dieci anni, sono dirette verso la inefficace e dispendiosa gestione economica da parte di Wikimedia, fondazione che controlla, direttamente, la nota enciclopedia. Questo ingegnere, oggi sessantenne, nel suo report ci mostra una Wikipedia alquanto insolita. L'accento viene posto sulle donazione che non sarebbero servite a sostenere il progetto bensì a creare una classe di professionisti burocrati che pasteggia alle spalle della piattaforma online.

Wikipedia ha il cancro

Macon mette in rapporto donazioni e spese di gestione. In base ai dati resi disponibili dalla propria Fondazione Wikimedia, Wikipedia spende circa 2 milioni di dollari all'anno (1,78 milioni di euro) in servizi hosting. Il suo team si avvale di circa 300 dipendenti. Dal 2005, anno della sua creazione, Wikipedia è cresciuta di 12 volte, con un relativo aumento delle spese di circa il 1250%. Un buco nero che, solamente negli ultimi trentasei mesi, è aumentato dell'85%.

Nel suo report, Macon ricorda che "Nulla può continuare a crescere all'infinito" e teme che, prima o poi, possa verificarsi un calo consistente delle donazioni. "Mi riferisco ad uno scandalo, reale o percepito.

Potrebbe essere la Fondazione Wikimedia, magari mostrando una posizione politica non condivisa da lettori e donatori. O una semplice recessione che obblighi le persone a tirare ulteriormente la cinghia". Rispetto a questo ipotetico ma verosimile scenario, Macon afferma che "La reazione di Wikimedia non sarebbe quella di ridurre la spesa, ma di aumentare gli sforzi al massimo, finendo per fagocitare le nostre riserve e mettendo in pericolo l'intera eredità del progetto".

Infine, l'editor sottolinea la presenza di un certo malcontento tra i donatori, delusi dal non vedere riflessi, in maniera manifesta, gli sforzi del proprio coinvolgimento economico. Gran parte di loro è francamente stanca di leggere 'avvisi' e 'notifiche' circa l'emergenza di aiutare Wikipedia. Un martellamento costante che sta assumendo le sfumature di un vero e proprio SPAM.

Intel, Apple, Boeing... Così sopravvive Wikipedia

La risposta da parte dei responsabili non è però tardata ad arrivare. Samantha Lien, portavoce della Fondazione Wikimedia, ha risposto direttamente a Macon, offrendo un differente punto di vista. Da un lato, la Lien conferma costi per circa 63 milioni di dollari all'anno (circa 53 milioni di euro). Dall'altro, assicura che, rispetto al 2016, sono stati risparmiati ben 5 milioni.

Una spesa davvero esorbitante, troppo alta per essere imputata solamente al costo dei server. Lien assicura che gran parte dei fondi viene impiegata a favore delle numerose communty che collaborano con l'enciclopedia. Quindi supporto tecnico, controllo e gestione dei progetti attivi sulle diverse piattaforme (Wikipedia, Wikiquote, Wikimedia Commons…).

La portavoce si dice fiduciosa rispetto al flusso di donazioni. "Nel 2016 oltre cinque milioni di persone hanno donato circa 15 dollari a testa (13 euro). La dimostrazione che lettori e utenti riconoscono e premiano il grande servizio offerto loro da Wikipedia".

La denuncia di Macon parrebbe dunque infondata. Stranamente, però, la Fondazione ha deciso di correre ai ripari, creando il Wikimedia Endowment. Si tratta di un fondo permanente creato per superare situazioni di emergenza. Un salvadanaio di liquidità che consentirebbe a Wikipedia di sopravvivere per 20 mesi senza dover ricorrere a risorse esterne. O, per meglio dire, ai cosiddetti "grandi donatori".

Sono questi, infatti, a garantire l'esistenza di Wikipedia.

A cominciare dalla Fondazione Bill and Melinda Gates, per continuare con Apple, Intel o Boeing. Tutti partecipano con donazioni a catena: se un utente privato dona 20 dollari, loro ne ricaricano altri 20. In questa lista di benefattori, trovano spazio anche Adobe, Salesforce e i creatori del noto videogame Cards Against Humanity.

E se questi grandi donatori si tirassero indietro? Ancora Lien: "Se venisse a mancare la base che permette il sostentamento dei nostri progetti, dovremo agire di conseguenza. E' difficile pronosticare quella che sarebbe la nostra strategia, tutto dipenderà dalle circostanze contingenti". Insomma, si tira avanti finché dura e, in caso di emergenza, vale il più classico dei 'si salvi chi può'...

Sopravvivenza e compromesso

Tornando al report di Macon, la cui denuncia appare assai giustificata, l'editor ribadisce un altro punto fondamentale, la mancanza di trasparenza: "Tutti coloro che partecipano con donazioni, dovrebbero avere il diritto di sapere in che modo, davvero, vengono spesi i loro soldi. Ciò aiuterebbe a capire il funzionamento della piattaforma ed evitare fraintendimenti".

La Lien risponde in modo accademico: "E' qualcosa che facciamo dal primo giorno. Il nostro budget operativo e il piano di spesa annuale sono pubblici e sottoposti al feedback delle comunità di Wikimedia. Lavoriamo sempre alla luce del sole". Ma come mai, allora, questa dichiarata trasparenza, non viene riconosciuta da Macon?

Cosa spinge uno degli editor più fedeli a prendere posizioni così perentorie?

Si respira una certa aria di ambiguità.

Mentre i vertici parlano di ambiziosi progetti per il 2030, con l'espansione verso Medio Oriente e Africa, uno dei suoi veterani di Wikipedia lancia l'allarme sulla futuribilità del maggior progetto collaborativo della storia.