Si chiama Kaitiaki ed è la prima startup che utilizza l’intelligenza artificiale per combattere il cyberbullismo e le altre forme di violenza online contro minori. Katiaki è una parola in lingua maori che significa “Guardiano" ed il suo obiettivo è proprio quello di proteggere i più giovani dagli “attacchi” online. L’idea è nata un anno fa dopo l’ennesimo caso di cyber bullismo. Racconta Fabrizio Macchia direttore operativo di Kaitiaki: "Ci siamo chiesti cosa si può fare per informare le famiglie nel momento in cui un figlio sta subendo degli attacchi per fare in modo che si possa intervenire prima che sia troppo tardi?

". Kaitiaki è una app che utilizza le tecnologie dell’intelligenza artificiale per analizzare l’attività comportamentale nei profili social dei figli 24 ore su 24 rilevando le anomalie e i comportamenti di cyberbullismo inviando ai genitori solamente segnali di allarme, garantendo la privacy del minore.

Cyber-bullismo, sexting e hate speech

L’abuso sui minori è un fenomeno non nuovo che con l'arrivo di internet e delle nuove tecnologie ha visto una modifica radicale dello scenario, trasformandosi celermente in abuso sui minori online con diverse tecniche. Secondo una ricerca europea del 2014 svolta da EU Kids Online, una multinazionale specializzata nelle ricerche online sui minori, sono oltre di 9 milioni i ragazzi dai 9 ai 16 anni che in Europa hanno subìto atti di violenza online ed il dato più allarmante è che soltanto il 29% dei genitori ne è venuto a conoscenza.

Cyber-bullismo, hate speech (linguaggio violento), sexting, child grooming sono soltanto alcuni degli attacchi che subiscono i minori online. La rete è diventato lo strumento principale per accedere a potenziali vittime. Chat, social network e servizi di istant-messaging sono utilizzati per inviare messaggi lesivi e farli circolare in rete amplificando notevolmente la portata del messaggio.

Adulti che hanno intenzione di abusare la utilizzano per entrare in contatto con le potenziali vittime, conquistarne gradualmente la fiducia di modo da ottenere il loro consenso ad un incontro fuori nella vita reale, ma anche coetanei che lo utilizzano per imporre le loro azioni prepotenti ed i loro atteggiamenti da bulli.

Cyberbullismo, i numeri

Il 12% dei ragazzi nella fascia 11-16 anni è stato esposto a fenomeni di cyberbullismo. Il 44% nella fascia 10-14 anni ha inviato sms o video a sfondo sessuale, il cosiddetto sexting, ed il 34% li ha ricevuti da estranei. Il linguaggio violento ha anche dimensioni più grandi: sono stati 1 milione i tweet contro il genere femminile, mentre 150 mila sono stati quelli a sfondo razzista. 100mila tweet omofobi verso disabili. Il dato allarmante è che solo il 29% delle famiglie è consapevole dell’esistenza del problema e l’unica soluzione disponibile per le famiglie è controllare costantemente l’attività social dei figli, ledendo nel contempo la loro privacy.

L'uscita sul mercato di Kaitiaki

L'app uscirà sul mercato a fine 2017. Le famiglie potranno utilizzare il "guardiano" tramite un abbonamento annuale/mensile. Inoltre è stata sviluppato un altro strumento destinato alle scuole ed associazioni, Kaitiaki EDU, che ha l'obiettivo di rendere i ragazzi consapevoli e partecipi del significato e delle conseguenze di ciò che scrivono online. Attualmente entrambe le app sono in versione alpha. A breve ci sarà il passaggio alla versione beta che sarà distribuita gratuitamente ad un selezionato gruppo.