Non è una novità che la piattaforma di messaggistica più in voga in assoluto sia ormai utilizzata per qualsiasi momento della nostra vita. Infatti Whatsapp viene usato da noi e dai nostri cari per qualsiasi cosa: dall'annotare la lista della spesa al dare la più tragica delle notizie. L'appliczione, non a caso, è diventata di uso quotidiano anche in ambito professionale (ragione principale per cui è stato implementata la possibilità di inviare documenti in formato testuale) ed è ormai utilizzata da milioni di utenti in tutto il mondo. In queste ore da Catania giunge una notizia destinata a cambiare ulteriormente la percezione che abbiamo di questo potente mezzo di comunicazione.

Licenziare via Whatsapp? Via libera

Quando si parla di Lavoro, si sa, non ce n'è per nessuno. Ed esattamente come potreste essere messi in contatto col vostro futuro datore di lavoro via WhatsApp, così da oggi sempre via WhatsApp potrete essere licenziati. A dirlo è il Tribunale Civile di Catania. I requisiti per poter comunicare il licenziamento, a detta della Corte, sono infatti pochi ma precisi:

  • Uso imperativo della forma scritta
  • Inequivocabilità di soggetto e oggetto

Elementi che erano in effetti del tutto rintracciabili nella scarna comunicazione del datore di lavoro al dipendente nel caso preso in esame dal tribunale. Nello specifico il requisito dell'inequivocabilità veniva soddisfatto - paradossalmente - proprio dalla reazione indignata della lavoratrice, delusa di avere ricevuto una notizia tanto importante e fondamentale per la sua vita su una piattaforma tanto fredda e impersonale.

I legali rappresentanti dell'azienda, dal canto loro, appaiono più che soddisfatti della sentenza che ha rigettato il ricorso dell'ormai ex dipendente. Gli avvocati Giovanni Lotà e Tiziana Castelli sottolineano in particolare la bontà della scelta del Tribunale di "accogliere le nuove tecnologie ed elementi innovatori rivoluzionari".

Sentenza che potrebbe far legge

Le dirette conseguenze della sentenza sono inequivocabili: pur non essendo una diretta fonte del diritto, la giurisprudenza dei giudici riveste una funzione primaria in ambito interpretativo e dunque nonostante una sentenza non "faccia legge" è molto probabile che, specie se in futuro la Suprema Corte di Cassazione deciderà di adeguarsi alla sentenza del Tribunale di Catania, il nuovo principio diventerà una realtà consolidata e valida per tutti.

Le implicazioni sono chiare ed evidenti: dobbiamo rassegnarci all'idea che la Tecnologia è ormai sempre più parte integrante della nostra vita quotidiana: ci permette di fare cose buone e utili e allo stesso tempo di rovinare la vita di qualcuno. In questo senso occorre rimanere all'erta e stare al passo. WhatsApp sta sempre più diventando una metafora - se non un riflesso - della vita reale.