Nella giornata di oggi, alle ore 17 e 41 minuti, nello spazio si è tornati a parlare (anche) l’italiano. Il razzo russo Soyuz, derivato direttamente dalla tecnologia che nel ‘61 lanciò Gagarin, ha acceso i motori e si è lentamente levato, scuotendo la steppa del Kazakistan. Dopo 8 minuti e 30 secondi, il veicolo spaziale, liberatosi dal resto del razzo, è entrato in orbita, e si trova ora sulla via per la Stazione Spaziale Internazionale. A bordo, l’astronauta italiano Paolo Nespoli (che a 60 anni è tra gli astronauti più anziani della storia), al suo terzo volo spaziale, il comandante russo Sergeij Riazanskij e l’ingegnere di volo statunitense Randy Bresnik.

Un equipaggio di veterani dello spazio, consapevoli che per loro l’avventura è appena cominciata.

La prossima fase: l'arrivo alla Stazione Spaziale Internazionale

Ora che la navetta Soyuz ha raggiunto l’orbita con successo, ha inizio la fase di avvicinamento alla Stazione Spaziale Internazionale, l’avamposto dove l’equipaggio trascorrerà i prossimi mesi. A mezzanotte, se tutto andrà come da programma di volo, la Soyuz eseguirà la delicatissima manovra di “docking”, cioè di aggancio, alla stazione. Trascorso il tempo necessario alla verifica della tenuta del collegamento tra veicolo spaziale e stazione, si procederà all’apertura del portellone e all’ingresso di Paolo Nespoli e compagni, accolti dai tre colleghi astronauti che già vi si trovano a bordo da qualche mese.

Nespoli nello spazio per 5 mesi: i compiti da svolgere in orbita

Quella di Nespoli e colleghi è una missione piuttosto tipica, "business as usual" per gli enti spaziali (per missioni più ambiziose ci sarà da attendere più a lungo). Sorgono allora spontanee alcune domande, cui troppo spesso non si dà risposta: in una missione a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, cosa si fa esattamente?

E ancora: a cosa serve andare nello spazio? Gli obiettivi sono in realtà molti e perfettamente giustificanti le risorse spese per le attività cosmiche, ma spesso poco pubblicizzati. Sulla Stazione Spaziale si fa ricerca. Molta ricerca.

Nei 5 mesi che Paolo Nespoli trascorrerà in orbita (il suo rientro è pianificato per il 14 dicembre), dovrà svolgere 12 esperimenti scientifici, studiati e pianificati nei minimi dettagli da università e istituti italiani, coordinati grazie all’Agenzia Spaziale Italiana.

Si tratta di un lavoro di ricerca riguardante solo in piccola parte lo spazio stesso: principalmente si lavora sulla medicina, con i benefici che ne conseguono per l’umanità tutta. In totale, sulla Stazione sono presenti quasi 200 esperimenti attivi.

Paolo Nespoli, astronauta veterano: la sua carriera

Nel 1984, un 27enne Nespoli incontrò Piero Angela, cui confidò il sogno di diventare astronauta. "Lo vidi motivato e pieno di volontà e gli diedi alcuni consigli per non deluderlo, sapendo però che era un caso disperato" racconta il noto divulgatore. Nespoli era in realtà già ufficiale della riserva dell'Esercito, dopo una carriera militare come paracadutista nelle Forze Speciali Italiane, passando anche un periodo in Libano.

Per raggiungere il suo sogno, però, Nespoli dovette riprendere l'università, studiando a New York e ottenendo un Bachelor of Science in Ingegneria Aerospaziale, seguito da un Master in Aeronautica e Astronautica, terminando i suoi studi a Firenze, nel 1990, con la laurea in Ingegneria Meccanica. L'anno seguente venne quindi assunto dall'Agenzia Spaziale Europea, consentendogli, nel 2007, di partire a bordo dello Space Shuttle Discovery, partecipando all'assemblaggio orbitale (non senza problemi e imprevisti) di parte di quella Stazione Spaziale che sarà per lui casa nelle seguenti escursioni spaziali. Nel dicembre del 2010 torna quindi in orbita, visitando per 157 giorni la Stazione, incontrando in orbita il collega italiano Roberto Vittori, e rientrando a Terra il 23 maggio 2011.

Per la missione partita oggi, Nespoli ha seguito un periodo di addestramento durato due anni.

Come seguire la missione di Paolo Nespoli

Come fu per la missione FUTURA di Samantha Cristoforetti, e ancora prima di Luca Parmitano, seguire Nespoli nei suoi mesi nello spazio sarà semplice, grazie, in particolare, al suo account Twitter che già da settimane racconta la sua preparazione.

La Stazione Spaziale Internazionale è abbastanza grande e luminosa da essere visibile da Terra e avvistabile ad occhio nudo, apparendo come un punto di luce particolarmente grande e vivido che si sposta ad alta velocità per la volta celeste.

Il giornalista informatico Paolo Attivissimo spiega perfettamente come fare a compiere questa osservazione, che oltre a rappresentare un'esperienza interessante e curiosa, è anche il metodo perfetto per volgere un saluto ed un pensiero allo spaceman italiano.