Forse questa volta l’impresa si farà davvero. Dopo quello storico allunaggio del 1969 e dopo decenni di promesse mancate e tagli costanti al budget NASA, l’amministrazione di Donald Trump sembra determinata a raggiungere Marte, l'elusivo pianeta rosso che pare sempre meno ospitale.

Con un ordine esecutivo firmato alla presenza, tra gli altri, di Buzz Aldrin, il presidente degli Stati Uniti ha autorizzato la ricostituzione del Consiglio Spaziale Nazionale (National Space Council), operativo per l’ultima volta durante la presidenza George Bush padre, nel 1993.

Trump sembra avere le idee chiare: con il nuovo organo, dovrà partire una nuova era dell’esplorazione spaziale, rigorosamente targata USA.

Il vice presidente Mike Pence al Kennedy Space Center

Il 6 luglio, il vice presidente Mike Pence ha visitato e tenuto un lungo discorso al Kennedy Space Center, in Florida, da cui sono progettate e lanciate le più importanti missioni dell'ente spaziale americano. “Con la guida del nostro presidente, metteremo degli stivali americani sulla faccia di Marte”. Questa la semplice promessa di Pence, che per altro, fanno notare i critici, non è ancora accompagnata da concreti piani di finanziamento per l’ambiziosa impresa. L'amministrazione di Donald Trump, sostiene Pence, riporterà in primo piano l'esportazione umana dello spazio: "Torneremo sulla Luna e andremo su Marte, poi andremo in luoghi che solo i figli dei nostri figli potranno immaginare".

Come dovrà svolgersi la straordinaria missione: il piano della NASA

Le incredibili macchine che dovrebbero consentire l’impresa sono già in costruzione, e lo sono dal 2011, a seguito del pensionamento dello Space Shuttle. Proprio nell’hangar dove Pence ha tenuto il suo discorso, si sta lavorando al nuovo razzo della NASA, l’SLS (Space Launch System) e alla navetta di nuova generazione Orion, che sarà in grado di trasportare fino a 4 astronauti.

Si tratta di una macchina mastodontica, che nella sua versione più potente potrà raggiungere i 117 metri d’altezza, ben più della Statua della Libertà, più di due Torri di Pisa impilate una sopra l’altra. Sarà più potente del razzo che portò l’uomo sulla Luna, il Saturn V, anche se non di molto. Un vero e proprio mostro, che se aggiunto all’apparente convinzione dell’amministrazione, fanno ben sperare per l’effettiva partenza della missione.

Il nuovo razzo dovrebbe decollare per la prima volta, in una missione di collaudo senza astronauti a bordo, nel 2019, a seguito di numerosi rinvii. La Orion è stata invece già collaudata in orbita con successo nel 2014.

Stazione spaziale nei pressi della Luna

Altro ingrediente fondamentale per la missione sarà il Deep Space Gateway, una piccola stazione spaziale da assemblare direttamente intorno alla Luna, che consentirà di sviluppare tecnologie e tecniche necessarie per lavorare nello spazio profondo, oltre a funzionare, nelle intenzioni della NASA, come avamposto verso la superficie della Luna o destinazioni oltre l'orbita lunare. Infine, sulla base del Deep Space Gateway, sarà realizzato un modulo di trasporto, il Deep Space Transport, il veicolo spaziale vero e proprio, a cui gli astronauti si agganceranno a bordo della Orion, che consentirà il viaggio di lunga durata verso Marte.

Un piano ambizioso, che non partirà prima degli anni '30 di questo secolo.

La missione si farà? Le opinioni dei critici

Il piano della NASA, per quanto sia ad oggi quello più concreto che l'agenzia abbia mai redatto, ha ombre che lasciano presagire difficoltà nel suo sviluppo. La critica più grande rimane legata al fatto che alla retorica espressa dall'amministrazione non siano seguiti fatti concreti. Nell'ultima legge di bilancio, l'amministrazione Trump ha continuato il trend delle passate presidenze tagliando il budget della NASA, non solo, come ci si aspettava, relativamente agli studi climatici, ma anche a tutta la parte di esplorazione umana che, a parole, il presidente intende rilanciare.

Il senatore Richard Shelby, repubblicano, ha affermato che "L'amministrazione riprende da dove la precedente ha lasciato, proponendo ambiziose visioni per lo spazio, mentre, allo stesso tempo, mette a disposizione un budget che impedisce a queste visioni di staccarsi da terra".