La fantascienza ci ha abituato, prima della scienza vera, all'idea dei robot. Tutti i più grandi scrittori di libri fantasy si sono cimentati sull'argomento: da Isaac Asimov (Io robot e L'uomo Bicentenario) a Philip K. Dick (Blade Runner). Alcuni ne hanno parlato in tono positivo, altri invece hanno scavato nelle nostre coscienze svelando paure e contraddizioni, costringendoci ad affrontare l'argomento e a farci un'idea. E mai come in questi decenni occorre capire bene in che direzione si sta andando.

La "Chatbot" di Facebook

Già da tempo nei meandri dell'azienda californiana si sperimenta l'intelligenza artificiale da applicare proprio a Facebook, buttando l'occhio al "Chatbot Messenger", in cui dei robot intrattengono conversazioni con esseri umani.

In genere questo sistema non ha portato risultati positivi, tanto che da un po' si voleva interrompere la sperimentazione, a causa delle lamentele da parte di una larga parte di utenti che non riusciva ad intrattenere alcuna conversazione sensata: il 70% delle risposte alle domande poste dall'essere umano si sono rivelate sbagliate.

L'improvvisa conversazione tra due robot

Ma proprio qualche giorno fa, l'ultima sperimentazione ha portato ad una "terrificante" svolta. Durante una sessione i due robot, Alice e Bob, sono passati da una conversazione in inglese (impostata) ad un'altra che le due intelligenze si sono creati: hanno inventato una loro lingua sconosciuta parlando di non si sa cosa, creando dunque un codice nuovo.

La cosa ha immediatamente lanciato nel panico tutti i presenti che hanno subito dopo staccato gli alimentatori per fermare ciò che stava succedendo. Dopo è stato spiegato che i due robot hanno modificato la lingua inventandone un'altra proprio sulla base di quella di partenza, semplificandola ed accelerandola, perché la lingua data alla sorgente, cioè l'inglese, non era stata posta come "definitiva".

Potevano quindi cambiarla. Tutto spiegato allora. Ma in realtà rimane il dubbio su ciò che è successo, proprio perché si è palesata una possibilità che mai era stata sperimentata: la creazione di un proprio linguaggio, con conseguente esclusione dell'essere umano. Zuckerberg è sempre stato a favore dell'intelligenza artificiale, marchiando come "stupide paure" quelle nei confronti dei robot; chissà se adesso tratta l'argomento con meno sicurezza.

Molti scienziati hanno messo in guardia più volte dai rischi concreti e possibili dell'intelligenza artificiale. Una cosa è certa, l'argomento è ricco di dubbi, possibilità e spunti, ed ancora non lo conosciamo davvero.