Nel lontano 9 giugno 2014 sugli schermi dell'E3 di Los Angeles, apparve per la prima volta Tom Clancy's Rainbow Six: Siege. Gli spettatori presenti quel giorno accolsero il titolo con grande entusiasmo, regalando agli sviluppatori molteplici applausi e grandissime aspettative su quelle che sarebbero state nel dicembre dell'anno successivo, le vendite più pazzesche di sempre.

Rainbow Six: Patriots

In origine Ubisoft, stava lavorando ad un titolo che doveva essere il classico Rainbow Six con la campagna in single player ,"Rainbow Six: Patriots" ma poi gli sviluppatori hanno invertito la loro rotta, pensando di incentrare il gioco solo e soltanto sul multiplayer online, dando luce al "Siege" ma non come lo vediamo oggi e nemmeno come venne presentato all'E3.

Il gioco infatti, fu massacrato dalla critica perché oltre a non mantenere le aspettative di gioco promesse a Los Angeles, si rivelò un vero e proprio fiasco dal punto di vista grafico, con texture di bassa qualità, luci pessime e modelli di personaggi abbastanza semplici. A condire il tutto si aggiunse la problematica dei server, che facevano fatica a sostenere il peso del multiplayer, con scontri a fuoco falsati e peer to peer sempre esposto alle critiche, perché altalenante sotto tutti i punti di vista.

Charlie Hebdo

Il gioco non ebbe vita facile neanche nella pubblicizzazione, perché agli inizi del 2015 , quando il videogame doveva cominciare a spaccare gli schermi con trailer e quant'altro, si trovò invece a fare i conti con gli attentati di Parigi, che bloccarono la campagna pubblicitaria del gioco drasticamente, tagliando le gambe ad un progetto prettamente improntato appunto sull'anti terrorismo, con tanto di operatori che danno la caccia a Kamikaze che si fanno esplodere nelle loro tute al tritolo.

La community

Oggi Rainbow Six Siege è un gioco totalmente diverso, migliorato sotto tanti punti di vista, partendo dal motore grafico, passando per le luci del gioco e finendo sui tanto citati server, che hanno dato tanti grattacapi al team di Ubisoft. Operazione Black Ice è ormai lontana anni luce da quello che Blood Orchid è in grado di offire oggi e tutto questo è stato possibile grazie ad un lavoro di squadra compatto fra sviluppatori e community, che con i loro continui feedback sui vari forum del gioco, hanno fatto un gran lavoro di "segnalazione problemi" eccellente.

Gli utenti stessi, nonostante le varie problematiche che hanno dovuto affrontare, hanno reso possibile questo successo milionario di Siege, dando fiducia alle menti ideatrici del gioco, che accortesi del fiasco ottenuto all'esordio, promisero nel lontano 2015 un'inversione di rotta, che tutt'oggi sembra essere avvenuta in modo soddisfacente.

Tuttavia qualche strascico rimane ma, quello che fa ben sperare è che Rainbow Six Siege sia stato in grado di ribaltare la situazione in più di una volta e lo farà ancora, sperando di raggiungere finalmente la propria dimensione ideale, senza più bug ed effetti collaterali di turno.