Facebook ha annunciato una grande novità: è stato lanciato in Australia, in accordo con il governo, un progetto che vedrà protagonisti coloro che sono stati vittime di abusi pornografici o comunque si sentono in pericolo, perché un ex o una ex oppure qualcun altro ha in mano delle foto che risultano compromettenti.

Importanza della tecnologia

La tecnologia ci ha dato la possibilità di comunicare a distanza, in maniera simultanea e dandoci anche l'occasione non solo di parlarci ma anche di poterci vedere in diretta, aggrappandosi solamente a una rete internet.

Proprio internet, e in particolar modo i social network, hanno dato la possibilità di poter rendere visibile, quindi condividere con gli altri, le proprie foto, gusti musicali, i video, ecc..Grazie ad esso siamo sempre costantemente aggiornati su ciò che succede nel mondo; possiamo sentire un parente che è dall'altra parte del pianeta. Internet ha reso la terra ancora più piccola, riducendone le coordinate spaziali e temporali, fissate ora all'istante, mentre prima, ancora all'epoca dei nostri nonni, ci volevano giorni per poter comunicare con un caro. La Rete ha reso possibile la globalizzazione dal punto di vista comunicativo e virtuale.

Ma cosa succede quando una foto o un video vengono condivisi in maniera non consensuale?

I casi di non consensualità

Un esempio davvero spiacevole, avvenuto il 13 settembre 2016, ha portato alla morte la giovane Tiziana Cantone, la quale aveva spopolato sul web con la famosa frase 'Stai facendo il video? Bravo!', fatta oggetto anche di numerose parodie. La giovane 31enne era stata ripresa dal suo ex- ragazzo in un video hard, che poi era stato diffuso tra gli amici e poi sulla Rete, portando la ragazza a vedersi precluse tutte le porte per un lavoro, sbeffeggiata ovunque andasse fino a suicidio finale.

Altro esempio, diverse modalità, è la storia di Manuel Peruzzo che ha descritto il grande giro di denaro, ottenuto col ricatto, che c'è dietro ad alcuni profili falsi che si aggirano su Facebook, solitamente belle ragazze che scrivono a un uomo, invitandolo a fare una videochiamata Skype in cui viene chiesto di masturbarsi, salvo poi ricattare l'utente di pubblicare le foto fatte sui social media.

Il giovane, non sapendo come risolvere la questione, decide di pubblicare tutta la chat con il fake su Facebook, riuscendo così a sbrogliare una situazione davvero complicata, buttandola sul ridere.

La proposta Facebook

Facebook, come detto sopra, ha deciso di provare a bloccare questo tipo di azioni illecite e immorali adottando una politica di protezione delle immagini che verranno inviate alla compagnia. Come? L'utente manderà a Facebook le immagini di nudo, intime che ha già condiviso col partner, affinché su di esse venga apposta una sorta di impronta digitale che permetterà di individuare qualsiasi tentativo di riprodurre l'immagine, poiché questa impronta sarà unica.

Questa tecnica è chiamata photodna, ed è stata sviluppata da Microsoft e Dartmouth e il National Center for Missing and Exploited Children nel 2009; tale tecnica permetterà di riconoscere anche quelle foto che sono state alterate. Il PhotoDna è già utilizzato dai vari social media, oltreché da Hotmail o il motore di ricerca Bing.