Si chiama Yape ma no, non è il nome di un essere vivente bensì di un robot: è nato dall'azienda milanese e-Novia e farà il postino. Per ora è stato deciso di testarlo mandandolo in giro per Cremona dal 4 dicembre. Riuscirà a fare bene il suo lavoro?

Yape: la nascita e il suo scopo.

È appena nato ma non è un animaletto da compagnia bensì un vero e proprio robot: il suo nome è 'Yape' e di cosa si occuperà? Farà il postino riconoscendo con un sistema di visori sia il mittente sia il destinatario. Non solo: sarà in grado di riconoscere se i marciapiedi hanno buche e di capire qual è la strada giusta o più conveniente, breve e veloce per arrivare a destinazione.

La notizia si è diffusa già dal 23 novembre 2017 ma Yape ha già iniziato il suo periodo di prova come postino a Milano il 24 novembre. Solo a partire dal 4 dicembre potrà continuare a distribuire la posta ma per le vie di Cremona. Da chi è nato questo robot? È italiano ed è stato costruito dall'azienda milanese e-Novia in collaborazione con 'MoVe', che è il gruppo di ricerca del Politecnico di Milano. Il 'neonato' ha ricevuto sei milioni di finanziamenti che, come riporta Ansa.it, sono stati concessi da Eldor Corporation, ovvero la multinazionale italiana leader nel settore automotive.

Tutti i dettagli: come funziona e le misure.

Ma quanto è grande Yape? E quanto è alto? Innanzitutto non ha grandissime dimensioni perché, come riporta il giornale La Repubblica, è alto 80 centimetri, largo 70 e lungo 60.

Pesa 15 chilogrammi, ha un'autonomia di 80 chilometri e può viaggiare ad una velocità massima di 20 chilometri orari. Altri dettagli? Ha dei sensori LIDARS 3D che gli permettono di vedere oggetti anche molto lontani, precisamente ad un massimo di 35 metri di distanza. Ha quindi ogni elemento per potersi muovere con agilità tra le strade impervie anche di grandi metropoli come Roma, anche se per ora sarà in prova solo al Nord, a Cremona.

Yape è dotato anche di ben quattro telecamere che gli permettono di vedere con un'ampiezza di 120°. Il Ceo di E-Novia, Vincenzo Russi, spiega che sarebbe meglio provare Yape in grandi città trafficate come Roma: "...aiuterebbe se almeno a livello normativo si premettesse la sperimentazione in città come Roma. Il tessuto delle nostre metropoli è un bel banco di prova che in prospettiva ci potrebbe dare un vantaggio".

Esattamente però come farà il robot a distribuire la posta? Come già accennato, ha un sistema un sistema di riconoscimento che gli permetterà di distinguere mittenti e destinatari. Questo eliminerebbe anche il problema di trasportare, tramite Yape, merce illegale. E se lo rubano? Ha sistemi anche antifurto. Insomma, a questo robot non sembra mancare proprio nulla: se risponderà bene alle varie prove, chissà forse davvero sostituirà persino i postini.