L'imprenditore sudafricano Elon Musk, di 46 anni, è presidente di numerose compagnie come una in particolare, Neuralik che si occupa di neurotecnologie, ovvero della connessione fra macchine e cervello umano.

Lo scopo è quello di poter un giorno inserire un chip nei cervelli degli esseri umani collegati a computer, senza provocare danni per far sì che si possa comunicare con il pensiero con le macchine, senza utilizzarle nel modo faticoso e lento con cui si usano oggi.

Le macchine al servizio dell'uomo

Non sono ipotesi del tutto nuove. Esistono già delle macchine che permettono ad alcuni malati di creare una connessione fra il proprio cervello e una macchina per far sì che questa si muova secondo la volontà dell'individuo (basti pensare agli arti artificiali).

Ma questo riguarda soltanto l'area del cervello destinata al movimento.

Elon Musk invece intende estendere questa comunicazione a tutte le aree dell'encefalo umano. Finora il problema sono state le cicatrici che lasciavano gli interventi che prevedevano l'inserimento di un chip, ma questo quesito è stato facilmente aggirato dagli studiosi.

Il rapporto fra uomo è macchina secondo Musk è lento e potrebbe sensibilmente velocizzarsi. Con l'aiuto delle varie discipline che regolano l'informatica e la cibernetica, sarà possibile ridurre il tempo già minimo, rendendo la connessione fra uomo e macchina il più veloce possibile.

La realizzazione

Si prevede già la delicatezza del tema, soprattutto perché riguarda un organo sensibilissimo come il cervello umano.

Dunque non sarà semplice attuare questa idea che, per quanto splendida sia, ancora non può prevedere gli esiti della creazione di un uomo che in un certo senso sia anche macchina. Se è possibile controllare i computer direttamente dal nostro cervello, è possibile che si sconfini in una umanità che non sia interamente tale?

Oltre alle ragioni evidentemente etiche di questo argomento, è anche possibile che una volta attuato tutto questo, tutti saprebbero i nostri pensieri.

Una prospettiva che non piace a nessuno, quella di essere letti nel pensiero o leggere nelle menti altrui, ma una simile attuazione porterebbe a nuove forme di unificazione: un cervello non più individuale porta inevitabilmente ad una coscienza sola, ad un solo pensiero. Una visione inquietante che sa molto di fantascienza e che sarà difficile rendere realtà.