Sviluppato dalla Scuola Superiore di Economia (HSE) russa, è stato presentato alla conferenza internazionale Neuroinformatics-2017 un nuovo sistema informatico in grado di riconoscere le emozioni nella voce umana. Dopo il riconoscimento vocale, che già ora consente di tramutare il parlato in un testo scritto, è questa la nuova frontiera dei sistemi informatici.

Il nuovo sistema

È stato provato che nel 70% dei casi il nuovo sistema è stato in grado di associare alle parole ascoltate il loro contenuto emotivo, classificandole in otto emozioni diverse e distinguendo fra espressioni neutre, calme, felici, tristi, arrabbiate, spaventate, disgustate o sorprese, e ad attribuire quindi alla comunicazione verbale il significato corretto.

Nello specifico il sistema ha interpretato con successo i toni neutri e tranquilli, mentre felicità e sorpresa non sempre sono stati riconosciute, poiché la felicità è' stata spesso percepita come paura e tristezza e la sorpresa identificata come disgusto.

Le reti neurali

Il risultato è reso possibile dall’implementazione da parte dei ricercatori russi di una rete neurale artificiale, ottenuta tramite il collegamento in rete di processori capaci di apprendere e addestrata appunto a riconoscere le emozioni. Una “rete neurale artificiale”, più comunemente abbreviata in “rete neurale”, è un modello di calcolo artificiale ispirato alle reti neurali biologiche, cioè quelle dei neuroni del cervello degli esseri viventi.

Si tratta di sistemi aventi capacità adattative come i sistemi biologici, poiché la loro struttura cambia in base alle informazioni esterne o interne che attraversano la rete nel corso della fase di apprendimento. I loro nodi software o hardware sono, per affinità con le reti biologiche, denominati “neuroni”. Le reti neurali artificiali sono utilizzate per interpretare il funzionamento di quelle biologiche e, sempre più spesso, per risolvere problemi complessi di intelligenza artificiale.

Il futuro che si prospetta

Non è quindi forse così lontano il momento in cui sarà possibile interagire con i computer su un piano emotivo, visione questa rappresentata ad esempio in “Lei”, il film di Spike Jonze del 2013 che si aggiudicò l’oscar per la migliore sceneggiatura originale e nel quale vengono messe in scena le vicende di un uomo che si innamora di un sistema operativo avente voce femminile e nome “Samantha” che, dopo un periodo di reciproca conoscenza nel quale ogni genere di emozione da parte dell’umano viene appagato dal computer, lo abbandona al proprio destino sostenendo che è nella natura dei sistemi informatici evoluti perseguire l’esplorazione libera della propria esistenza lontano dagli uomini. Una visione futuristica ma non troppo.