La Polizia Postale e delle Comunicazioni, la specialità di Polizia impegnata nel contrasto alla criminalità sulla rete, ha reso noti i dati relativi alle attività di polizia, espletate nell’anno appena passato, relativamente al crimine social.

Il 2017 ha fatto registrare una crescita delle attività di polizia rispetto al 2016 del 50%: 350 casi contro i 235 dello scorso anno.

In questo anno la Polizia Postale ha profondamente modificato il suo approccio con l’utenza della rete, puntando molto sulla presa di coscienza dei rischi e sulla prevenzione educandoli ad un uso più consapevole della rete, con campagne mirate che hanno riguardato soprattutto i più giovani, ormai nativi digitali, che utilizzano siti ad app quotidianamente ignorandone troppo spesso i pericoli.

Le nuove generazioni, ma anche i loro genitori e le tante iniziative di pubblica utilità messe a punto dal governo e diffuse attraverso siti ed applicazioni telefoniche, fanno si che le utenze in rete. in Italia, aumentino costantemente. Il rapporto Digital in 2017 stima che su oltre 60 milioni di italiani quasi 40 milioni utilizzano internet e poco meno di 30 milioni di questi sono utenti attivi sui social network.

Questi dati danno la misura di quanto sia vasta l’area di vigilanza da parte della Polizia Postale, con un impegno che cresce e risorse investigative che diminuiscono a causa di una sequela di soppressioni di presidi della Postale operati dal Ministero dell’Interno sul territorio.

Va detto che l’attività criminale sulla rete è ancora, e per fortuna, molto lontana dalle cifre della criminalità diffusa, ma, ci dicono gli esperti, le attività investigative in caso di reati informatici sono spesso molto complesse; questo ha costretto la Polizia di Stato a potenziare le attività di aggiornamento professionale, attraverso seminari e corsi di formazione ad hoc.

Siglato con il garante della privacy un protocollo contro il cyberbullismo

Nel report di statistica delle attività di contrasto ai crimini informatici, reso noto dalla Polizia e riservato alle interrelazioni social rilasciato il 13 gennaio scorso, sono state elencate una tipologia di cinque reati social: lo stalking; la diffamazione; i casi di ingiurie, minacce o molestie; il furto di identità e la detenzione e diffusione di materiale pedopornografico: gli episodi di ingiurie, minacce e molestie sono risultati i più denunciati con oltre il 40 per cento dei casi; seguiti dalla diffamazione online il 25 per cento del totale; appena al di sotto il furto d’identità, seguito dai reati pedopornografici e dai casi di stalking.

Insieme alle campagne di sensibilizzazione la polizia di stato ha avviato una serie di protocolli d'intesa volti a scavalcare i limiti imposti dalla legge sulla riservatezza nei casi di reati informatici particolarmente gravi e che non di rado portano a tragici epiloghi,va visto in questo senso l'accordo siglato pochi giorni fra Il capo della polizia Franco Gabrielli ed il garante della privacy Antonello Soro, volto a favorire il contrasto del fenomeno criminale noto con il nome di cyberbullismo.