Accade anche questo nell'Italia alla viglia del voto. La foto di un anonimo ragazzo fa il giro del web e la politica si mobilita.

L'ennesimo caso di bufala in rete parte da Rieti e coinvolge un gruppetto di ragazzi che, con un gesto goliardico, ha voluto condividere l'immagine di un loro coetaneo spacciandolo per un privilegiato da - stando a quanto si legge nella didascalia - "OTTOMILA euro al MESE!!" e un improbabile posto fisso nella segreteria di Palazzo Chigi.

Illazioni, queste, del tutto infondate che colpiscono una figura ormai bersaglio prediletto delle bufale sul web: la presidente della camera Laura Boldrini. Di cui il ragazzo sarebbe stato uno degli ormai incalcolabili nipoti e che ne hanno scatenato le reazioni.

"Denunciati," ha infatti tuonato l'onorevole, in carica ormai dal 2013, seguitato dall'esopico ammonimento, "i leoni da tastiera diventano conigli".

Pensare che era stato lo stesso Luca a chiedere clemenza, con un appello comparso tra le reazioni alla foto incriminata e che la diretta interessata aveva pubblicato sul proprio profilo Facebook nel tentativo di fare definitivamente chiarezza.

Nella lettera-commento che inizia con un timido "Salve on. Boldrini" si legge lo sbigottimento per una situazione che al ragazzo "appare paradossale". "Ovviamente si tratta di una bufala" ha scritto "una mia immagine del profilo Facebook è stata strumentalizzata a livello politico da migliaia di persone", le stesse che, secondo il giovane sarebbero solo "creduloni o ignoranti completi che pensano che tutto quello che vada contro la “politica italiana” sia cosa buona e giusta".

E per i quali non varrebbe la pena "di fare denunce o di contattare la Polizia Postale", "visto" ,sostiene, che così facendo si "finisce solamente col dare importanza a queste persone".

Bufale un tanto al chilo

Quella di Luca è però solo la punta dell'iceberg. Molte prima di questa sono state, infatti, le vicende simili. Casi in cui un semplice cittadino o peggio un vip, reso irriconsibile o fotografato in pose inusuali, sono stati spacciati per ciò che non erano scatenando le furie degli odiatori del web.

Una formula ormai collaudata che si fatica comunque a debellare e sulla quale abbiamo chiesto spiegazioni a chi di bufale si occupa quotidianamente. Il sito umoristico e di debunking (letteralmente "disingannare", smontare il falso) BUTAC, acronimo di Bufale un tanto al chilo. Che, alla domanda sul come mai, nonostante i corali appelli all'informazione, gli utenti caschino sempre nella condivisione facile ci ha così risposto: "BUTAC evita il più possibile di trattare le bufale di questo genere" perché, in fondo, ci dice "fatta una sono tutte uguali".

Echo Chamber, Politica e Troll: la formula perfetta della viralità online

"Chi condivide questa roba sono sempre le stesse persone, appartenenti a specifiche echo chamber" le cosiddette camere di risonanza mediatica nelle quali nessun parere contrario viene preso sul serio e dove "anzi", ci spiega, "la sbufalata/debunkata/verifica dei fatti (chiamala come vuoi) serve solo a rafforzare le precedenti convinzioni".

Un processo, questo, che trova ulteriore terreno fertile nel clima di scontro politico attuale "con tante fazioni in gioco " e al quale si assomma chi condivide per il gusto di farlo, "di trollare" come è di moda dire, giusto per "vedere quanti dei propri contatti ci cascano, per vedere" cita Jannacci: "l'effetto che fà". Tutti coinvolti in un rimbalzo di informazioni errate, dunque, che ha spesso, come si è visto, "purtroppo reazioni a catena imprevedibili".