Ha fatto scalpore negli ultimi giorni la notizia della maxi multa inflitta dall'Autorità Nazionale della concorrenza e del mercato alla nota compagnia telefonica wind. All'origine della motivazione vi sarebbe la riduzione unilaterale da 30 a 28 giorni del periodo di rinnovo delle offerte.

Le cause

In particolare, la scorrettezza riguarda le offerte relative alla vendita di prodotti a rate come telefono, tablet o mobile Wi-Fi prevedendo una riduzione del periodo di abbonamento da 30 a 28 giorni.

A questo si sommano i costi aggiuntivi a carico di quei clienti che, non accettando la riduzione del periodo di abbonamento, decidono di esercitare il diritto di recesso, ritrovandosi però l'obbligo di pagare in un'unica soluzione il saldo delle rate residue.

Oltre a ciò, l'Authority ha anche avuto modo di evidenziare che un'altra condotta tenuta dalla Wind non era propriamente corretta.

La compagnia telefonica,infatti, ha modificato unilateralmente il periodo di rinnovo anche per le opzioni a durata minima (24 o 30 mesi), chiedendo a coloro che esercitavano il recesso il pagamento del costo del modem (pari a 40 euro) e/o dell'apparecchio denominato "Google Chromecast" (pari ad euro 34,90).

Conseguenze per i consumatori

Per l'Auntistrust ciò costituisce indubbiamente una pratica commerciale scorretta ai sensi del Codice dei Consumatori i quali si sono visti costretti a sostenere spese aggiuntive a loro carico.

La prassi della riduzione unilaterale dei termini di rinnovo è una condotta alla quale assistiamo da qualche tempo e per la quale la stessa Wind aveva già pagato una multa.

Anche le altre compagnie telefoniche, va precisato che anche Tim e Vodafone, hanno adottato la prassi della riduzione da 30 a 28 giorni dei termini per il rinnovo delle offerte venendo multate.

La decisione è ormai diventata consuetudine da circa due anni.

Il rinnovo anticipato delle tariffe disposto unilateralmente dai gestori telefonici ha avuto come conseguenza un aumento dei costi per i consumatori.

Fatturando ogni 28 giorni, difatti, le compagnie telefoniche contabilizzano 13 mensiltà all'anno piuttosto che 12.

Evidente è malcontento dei consumatori che si sono visti costretti ad accettare la modifica adottata dal proprio gestore telefonico di ridurre i termini di rinnovo in maniera arbitraria ed unilaterale.

Ad oggi nessun cambiamento è stato adottato dalle compagnie telefoniche nonostante la commisurazione delle sanzioni da parte dell'Autorità Nazionale della concorrenza e del mercao.