Dopo circa due anni dalla tragedia dell'attentato jihadista che ne falciò la redazione e i suoi più noti autori, la rivista satirica francese Charlie Hebdo inaugura la prima edizione straniera, presentando subito il conto al cancelliere tedesco.Sulla copertina del primo numero dell'edizione tedesca, in vendita dal 1 dicembre, vengono presi di mira sia la Volkswagen, per lo scandalo delle emissioni dei gas di scarico, sia Angela Merkel, candidatasi per il quarto mandato e raffigurata a cavallo di una marmitta: “Un nuovo tubo di scappamento e sarà pronta per altri quattro anni”, esclama l’operaio nella vignetta.Anche per il lancio pubblicitario in Germania era stata raffigurata la merkel, seduta sulla tazza del bagno, intenta nella lettura della rivista, a significare quanto sia liberatorio leggere Charlie Hebdo.

Per il primo numero è stata prevista una tiratura di 200 mila copie, la stessa che ha in Francia, e un piano editoriale basato su vignette e contenuti di autori transalpini tradotti in tedesco, il tutto con cadenza settimanale.

Charlie Hebdo: l'affetto e le polemiche che ha suscitato nei cuori tetonici

La direttrice dell’edizione tedesca, Minka Schneider, uno pseudonimo, durante un'intervista al quotidiano Sueddeutsche Zeitung, ha detto che solo la Germania ha reagito all'attentato di gennaio 2015, costato la vita a dodici redattori, in una maniera forte e compatta. Lo shock e il successivo affetto del popolo tedesco si sono concretizzati, nei sette giorni successivi alla tragedia, nella vendita di oltre 70mila copie.

L'anno successivo, però, Charlie Hebdo è stata oggetto di polemiche per una vignetta riguardante i fatti del Capodanno di Colonia, nella quale si chiedeva cosa sarebbe potuto diventare il piccolo di nome Aylan (il bimbo curdo il cui cadavere fu fotografato diventando simbolo della tragedia migratoria) se fosse sopravvissuto: “Il palpatore di natiche in Germania”, era la cinica e provocatoria risposta.

Minka Schneider spera al più presto di potere arruolare autori tedeschi, forse per adattare i toni della linea editoriale della casa madre ai gusti teutonici: c'è da domandarsi, infatti, se l'umorismo corrosivo e nichilista, tipicamente francese, possa davvero fare presa su un pubblico che appartiene a una cultura profondamente diversa, come quella dei tedeschi.