Forse solo gli Eventi di Venezia e di Viareggio si avvicinano per vitalità al Carnevale di Rio de Janeiro o di Santa Cruz de Tenerife, ma la battaglia delle arance di Ivrea riporta veramente alla tradizione medievale del paese della cuccagna e dei balocchi.

In piemonte una giostra così antica si rinviene ad Asti. Nella città del Palio a fine Trecento ci si sfidava tra rioni lanciandosi pietre dai tetti delle case. Nella città del Canavese, ex capitale dell'informatica made in Olivetti, lo si fa tirandosi arance dai carri allegorici.

A Teramo nel primo Quattrocento ci si tirava i proiettili erano palle di fango, carboni e tizzoni ardenti.

Tutto per distrarsi e divertirsi prima del periodo di astinenza della Quaresima.

Maschere in città

Metropolitano è il Carnevale di Torino ma non in centro, bensì al periferico Parco della Pellerina. In molti vorrebbero riportarlo in piazza Vittorio da dove è stato sfrattato una quarantina di anni fa.

Il Comune ha detto che se ne può parlare. Da oggi, comunque, è la Pellerina con il suo Luna Park a essere metafora di circo, con cento30 giostre. Domani pomeriggio sfilano bande e majorettes.

Non possono mancare la maschera di Gianduja con la sua compagna Giacometta. Alla Pellerina, c'è la Fiera di vini, oltre al Luna Park, destinato a rimanervi anche in caso di spostamento. Per concludere l'ultima domenica con il bike carnival, biciclettata in maschera per i ragazzi.

Poi per grandi e piccini comincia davvero la Quaresima.che l'anno scorso Papa Francesco ha inviato a vivere profondamente. Lo segue il Museo del Cinema che è più serioso.

In un periodo di euforia e di licenziosità riflette sul rapporto tra mente e corpo con Diego Marconi e Alessandro Voltolini e la proiezione il 7 e il 21 per la rassegna "Divenire Corpi" di Eva no duerme di Pablo Alghero e di Ex Machine di Alex Argand, entrambi film del 2015.

Il primo racconta le peripezie del corpo imbalsamato di Eva Peron. Il secondo è la storia di un giovane programmatore alle prese con la casa del suo Ad. Eppure il significato antico di Carnevale era quello dionisiaco di festa trasgressiva e la giostra non era un loisir, ma un torneo in armi tra cavalieri.

Ma ora è tutto molto sfumato e il momento clou delle celebrazioni a Ivrea che pur dovrebbero ricordare la ribellione del popolo alle angherie feudali è proprio la battaglia delle arance.

Lotte intestine

Il popolo rappresentato dagli aranceri, scaglia i frutti contro i carri nobiliari. Gli aranceri sono a piedi e non protetti, mentre gli uomini del feudatario sono bardati e armati di tutto punto. Le maschere sono la Mugnaia e il Generale che presiede svolgimento della manifestazione. Pifferi e tamburi la accompagnano e in bella mostra ci sono la bandiere dei rioni.

A differenza del Palio di Siena, indubbiamente la competizione più famosa , e di quello di Asti, tra loro gli antagonisti di Ivrea appaiono andare d'amore e d'accordo. Rivive dunque lo spirito dei cavalieri con regole non scritte, ma condivise da tutti.

Così domenica 26 febbraio le nove squadre si sfideranno a livello sportivo.

Vince chi tira più arance. E' questa sportività che la Regione ha sponsorizzato con 325 milioni di euro per le vacanze dei Carnevale delle scuole, dal 25 febbraio al primo marzo.

In realtà non è sempre andato così. Nella Chieri medievale, per esempio, la discordia tra fazione divenne una vera e propria guerra civile. La situazione era quella conflittuale che opponeva Guelfi a Ghibellini nella Firenze dantesca. L'Alighieri se ne rammaricava.