E' in dirittura d'arrivo San Valentino, col suo carico di iniziative a dolce sfondo. Sarebbe fin troppo facile ironizzare sul contrasto fra la biografia del martire cristiano, morto in modo atroce, e le pratiche con cui si è soliti festeggiarlo. Ciò che ci interessa presentemente è esporre qualche appunto che può aiutarci a comprendere e apprezzare meglio la ricorrenza del 14 febbraio.

Perché un antico vescovo è divenuto il simbolo dei sogni d'amore? E' un collegamento comune negli eventi mondani così come nel folklore. Tra un cioccolatino è l'altro, le enciclopedie on line ci permettono di scartare anche qualche delizia aneddotica e storica.

Uno o due?

Di biografie di San Valentino, ne circolano addirittura due. La più popolare, riportata da Santiebeati.it, lo descrive come vescovo di Terni dal 197. Sarebbe stato invitato a Roma dall'oratore Cratone, perché ne guarisse il figlio infermo da anni. Una volta operata la guarigione, il ragazzo, la sua famiglia, tre studiosi di lettere e il figlio del prefetto si sarebbero convertiti al Cristianesimo.

Valentino sarebbe stato poi imprigionato sotto l'impero di Aureliano e decapitato il 14 febbraio 273. Il suo corpo sarebbe poi stato trasportato a Terni, al miglio LXIII della via Flaminia. Un dibattito del XX secolo, però, vuole che ci fosse anche un altro San Valentino, sacerdote di Roma.

Sarebbe morto durante la persecuzione di Claudio il Gotico (268-270); una certa Sabina, sua correligionaria, l'avrebbe seppellito in un terreno ai piedi dell'attuale collina dei Parioli.

Negli anni '60, questo secondo Valentino fu però identificato dal francescano Agostino Amore col finanziatore della basilica in loco, sotto il pontificato di Giulio I (metà IV sec.

circa). L'ipotesi più recente, però, vuole che i due Valentini siano in realtà la stessa persona, "sdoppiata" dalla volontà dei concittadini di dipingerlo come vescovo.

San Valentino e l'amore

Diverse leggende collegano San Valentino alla protezione degli innamorati. Una vuole che avesse guarito dalla cecità la figlia del nobile Asterius, che era il carceriere del martire.

Innamorato di lei, non avrebbe però voluto abbandonare il proprio ministero e l'avrebbe salutata col messaggio di addio firmato: "Dal tuo Valentino".

In un'altra versione, il vescovo di Terni avrebbe unito in matrimonio il centurione Sabino e la cristiana Serapia, contro la volontà della famiglia di lei. Oppure - secondo un racconto statunitense - avrebbe rappacificato una coppia di innamorati offrendo loro una rosa. Secondo un'altro aneddoto, avrebbe mostrato loro le effusioni che si scambiavano i piccioni (da cui "piccioncini"?).

Ma la più storicamente e antropologicamente attendibile è l'eziologia legata al Calendario. A metà febbraio, infatti, si celebravano anticamente le feste del dio Pan, del dio Fauno e del dio Luperco, numi della fecondità.

In particolare, i Lupercalia romani si celebravano il 15 febbraio; le matrone sterili si offrivano alle frustate di giovani nudi che percorrevano la città. La loro sterilità sarebbe stata così guarita.

I Lupercalia furono soppressi da Augusto. Papa Gelasio I, nel 496, spostò la festa al giorno precedente e la cristianizzò, facendone la festa dei fidanzati avviati al matrimonio.