Sono ovunque. Sono uomini e donne che, guidati dal motto "noi serviamo", lavorano in tutto il mondo per dare una risposta concreta ai bisogni delle comunità locali e promuovere la pace. Hanno fatto del volontariato e della solidarietà la loro vocazione, il loro cuore batte per il bene dell'umanità. L'obiettivo che anima il loro impegno è dare speranza, salute, benessere e opportunità alle persone di ogni angolo della terra.

Sono "Lions", fieri ed orgogliosi di appartenere alla più grande associazione di volontariato del mondo, il "Lions Club International", che quest'anno taglia il traguardo del suo primo secolo di vita con un biglietto da visita di tutto rispetto: sono un milione e 400 mila, attivi in 210 Paesi con 46 mila Club.

Tutti insieme, in un anno mettono in moto una macchina che vale 175 milioni di euro in servizi alla comunità e in 100 anni hanno assistito oltre 148 milioni di persone.

Visti da molti come realtà esclusive e associati soprattutto a grandi galà e banchetti sfarzosi, i Lions con i loro momenti conviviali e cerimoniali di antica tradizione - come l'ascolto degli inni della nazione del presidente internazionale, di quello europeo e di quello italiano seguiti dalla lettura del codice dell'etica - mantengono vivo il senso di appartenenza che consente loro di condividere non solo il pane, ma soprattutto idee e azioni al servizio delle comunità.

Una storia antica ma sempre attuale

È la primavera del 1917 quando Melvin Jones, uomo d'affari di Chicago, incoraggia i soci del club che frequenta, il Business Circle di Chicago, a guardare oltre gli interessi personali e dedicarsi al miglioramento della comunità e del mondo: "Non si può andare tanto lontano finché non si inizia a fare qualcosa per il prossimo".

Quelle parole rappresentano il primo tassello di un percorso che il 7 giugno dello stesso anno conduce alla fondazione dell'"Association of Lions Clubs", termine che diventa acronimo di "Liberty, Intelligence, Our Nation's Safety. È ancora Melvin Jones a descrivere il logo dell'Associazione: "Un leone rivolto con orgoglio al passato, con fiducia in sw stesso verso il futuro e che guarda in tutte le direzioni per rendere un servizio".

Nell'ottobre dello stesso anno, alla convention nazionale di Dallas, vengono approvati lo statuto, il regolamento, gli scopi e il codice etico di un'associazione che in tre anni diventa internazionale ed entra a pieno titolo nella storia dell'umanità".

A distanza di cento anni i principi e i valori del Lions Club International rimangono immutati.

Obiettivo dell'Associazione è, oggi come allora, "Servire la propria comunità, soddisfare i bisogni umanitari". Medesima la missione: "Promuovere la pace". Preciso lo scopo: "Partecipare attivamente al bene civico, culturale, sociale e morale della comunità". Identico il codice etico: "Essere solidali con il prossimo offrendo aiuto ai deboli e sostegno ai bisognosi. Essere cauti nella critica, generosi nella lode, sempre mirando a costruire e non a distruggere".

Un'associazione orgogliosa del proprio glorioso passato, concentrata nel presente sull'obiettivo di migliorare le condizioni di vita del più alto numero possibile di persone, attenta a cogliere le sfide del futuro con ambiziosi traguardi da raggiungere "per lasciare il segno" e "fare la differenza".

La prima sfida: proteggere la vista

Passato, presente e futuro all'insegna della continuità. I Lions sono stati, sono e continueranno ad essere "i cavalieri dei non vedenti nella crociata contro le tenebre", sfida raccolta nel 1925 da Helen Keller, scrittrice e insegnante statunitense sordo-cieca alla quale fu dedicato il romanzo "Anna dei miracoli". Su sua esortazione i Lions si sono impegnati in iniziative che li hanno portati ad ottenere il primo riconoscimento a livello mondiale per il miglioramento della vita di non vedenti e ipovedenti. A loro si devono l'invenzione del bastone bianco; l'istituzione di scuole di addestramento che ogni anno donano cani guida a chi ne ha bisogno; la realizzazione di centri oculistici; la creazione di un prezioso centro per la raccolta di occhiali usati, che una volta rimessi a nuovo vengono regalati a chi non se li può permettere; l'ideazione del "Libro parlato", per consentire a chi non vede di "ascoltare" un testo; la promozione di campagne di prevenzione, screening e visite oculistiche per bambini ("Sight for kids" il nome dell'iniziativa dedicata ai più piccoli) e adulti di tutte le età.

L'Associazione, che collabora con l'Organizzazione Mondiale della Sanità nella lotta contro la cecità evitabile e le minacce alla vista causate da diabete e altre patologie, ha aiutato milioni di persone fornendo occhiali e cure, sempre a titolo completamente gratuito. E dove lenti e medicina non risolvono il problema, intervengono altri generi di conforto: nel Natale del 1956 un bambino di sei anni non vedente riceve dal Lions Club di Detroit la sua prima batteria; quel bambino si chiama Steve Wonder e diventerà la leggenda del soul americano.

Salute, giovani e ambiente

La tutela della salute rappresenta uno dei campi di particolare attivismo dei Lions: sono impegnati nella lotta al morbillo con importanti partnership che consentono di portare i vaccini a chi rischia di contrarre la malattia; sostengono programmi per l'educazione, la prevenzione e la cura del diabete; con il "Progetto Martina" informano e sensibilizzano i giovani sulla lotta ai tumori; affrontano il problema delle patologie rare attraverso un portale dedicato e il tema della medicina di genere con "Il cuore delle donne".

Grande l'attenzione dedicata ai giovani, con iniziative che vanno dalla prevenzione delle dipendenze all'informazione sulla sicurezza stradale. Non manca un fitto calendario di "scambi giovanili" e "campi della gioventù", che offre anche ai disabili l'opportunità di conoscere nuovi luoghi e altre culture.

Attraverso il "Programma Alert", il Lions sono in grado di intervenire tempestivamente in occasione di calamità naturali e catastrofi. Hanno portato soccorso alla popolazione e collaborato a imponenti ricostruzioni in Giappone, Stati Uniti, Indonesia, Pakistan e Haiti. Si sono mobilitati all'indomani del violento terremoto che nei mesi scorsi ha colpito il centro Italia e grazie alla "Lions Club Foundation", fondata nel 1968 per sostenere i progetti umanitari dei Lions, hanno raccolto in tutto il mondo più di 2 milioni di dollari per aiutare le comunità messe a dura prova dal tragico evento.

Ambiziosi traguardi "per lasciare il segno"

Non ci sono barriere per i Lions, sempre pronti a tendere la mano al prossimo. Non ci sono confini e non contano la nazionalità e il colore della pelle. "Dove c'è bisogno, lì c'è un Lions", amano ripetere, pronti a darsi da fare. Eccoli realizzare pozzi dove la carenza d'acqua potabile è un problema vitale; creare orti dove la fame mette a rischio la sopravvivenza; costruire scuole e infrastrutture in Burkina Faso o in altre terre dimenticate; progettare e realizzare un nuovo "service" per prevenire un problema o risolverne un altro nella comunità di appartenenza o in Paesi lontani.

In occasione della convention internazionale di Toronto del 2012 i Lions hanno assunto l'impegno, in vista delle celebrazioni del Centenario, di arrivare a servire almeno 100 milioni di persone entro il 30 giugno 2018 in quattro diverse aree: "Coinvolgere i giovani", "Aiutare a prevenire i problemi della vista", "Combattere la fame", "Proteggere l'ambiente".

La progettualità messa in campo in questi settori, senza tralasciare le iniziative già avviate, ha consentito loro di raggiungere l'obiettivo già a metà del settembre 2016.

Il 2017 rappresenta un anno importante per i Lions. Una presenza antica, ma aperta al futuro, che quest'anno oltre a celebrare cento anni di vita e attività festeggia anche i cinquant'anni dei Leo, i Lions del futuro, e i trent'anni dall'ingresso delle donne nell'Associazione, che hanno apportato un contributo determinante per trasformare la maggioranza silenziosa in cittadinanza attiva. Tre anniversari, tre punti di arrivo che rappresentano la linea di partenza per affrontare nuove sfide e continuare a contribuire al benessere di milioni di persone in tutto il mondo.