Il 13 Dicembre, giorno in cui la Chiesa cristiana festeggia Santa Lucia martire, si apre il portale energetico che ci condurrà al Solstizio d'Inverno, a Yule, la grande festa in cui celebriamo il ritorno della luce nel mondo. Questa celebrazione, come molte altre, ha in realtà origini molto più antiche, risalenti all'epoca pre cristiana e collegate al culto della Dea Madre. Le energie della natura stanno lentamente cambiando direzione ed i più sensibili di noi, hanno già percepito i primi segnali. La luna piena della Quercia in gemelli, ci ha portato una ventata di positività, presi per mano e condotto fuori dal ritiro interiore che ha caratterizzato gli ultimi mesi.

Abbiamo messo finalmente la testa fuori dal nostro rifugio, per osservare il mondo e ciò che accade intorno a noi. Certamente, la primavera è ancora lontana, ma sappiamo con certezza che arriverà. Abbiamo affrontato il confronto con l'ombra, la discesa nei nostri abissi interiori e ne siamo usciti vincenti, rinnovati, cresciuti. Ora possiamo godere del tepore delle nostre case, degli amici intorno a noi, della famiglia, della nostra rinnovata pace interiore ed assaporare pienamente le energie intorno a noi, che ci parlano di rinnovamento.

Santa Lucia e le dee della luce

In base alla tradizione, la giovane Lucia morì il 13 dicembre del 304 d. C., giorno che nel calendario giuliano corrispondeva al solstizio d'inverno, da cui l'antico detto popolare: "Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia".

E' molto probabile che l'idea di festeggiare la Santa nel giorno di Yule nasca dal tentativo di sovrapporre una festa cristiana alle più antiche celebrazioni popolari, dedicate al ritorno della luce nel mondo. In passato, infatti, è stata venerata come una dea minore, portatrice di luce, con il nome di Lucina. Questo però era anche l'appellativo della dea greca Artemide, di Diana e di Giunone.

In particolare il culto di Santa Lucia presenta molte affinità con il culto di Artemide, dea greca della luna, particolarmente adorata a Siracusa, che guarda caso, è il luogo di nascita di Lucia. Inoltre, ad entrambe sono sacre l'isola di Ortigia e la quaglia, ed entrambe sono vergini. Interessante notare che in uno dei suoi aspetti Artemide è considerata a tutti gli effetti una dea della luce, in quanto rappresentata con due torce fiammeggianti nelle mani.

Anche in Nord Europa troviamo tradizioni popolari collegate al culto della Santa e alle celebrazioni per il ritorno della luce nel mondo. In questo giorno in Svezia una fanciulla, simbolo vivente della Luce, gira di casa in casa con una ghirlanda luminosa sulla testa. Nell'immagine di Lucia che gira per le catacombe con una candela in testa, per curare i malati, rivediamo la Dea Brigit, Dea celta della Luce e della guarigione. Potremmo continuare con gli esempi, ma ciò che conta è il significato sottostante a queste celebrazioni: la speranza nel ritorno della luce nel mondo. La Dea è pronta a partorire il sole bambino, è pronta a consegnarci il figlio divino, colui che riporterà calore e luce nel mondo.

I festeggiamenti per la rinascita del Dio sole sono indissolubilmente legati a quelli della Dea portatrice di Luce, proprio perché senza di Lei, senza il suo grembo, oscuro ed accogliente, non ci sarebbe rinascita. E' bellissimo come gli antichi riuscivano a conciliare gli opposti, rendendoli indissolubili ed entrambi indispensabili, luce e buio, maschile e femminile, notte e giorno, non esistono l'uno senza l'altro, perché la creazione stessa si basa sulla loro infinita danza.