A chi non è capitato, almeno una volta, di avere la sensazione di aver già vissuto un certo momento?

I Déjà vu, dal francese letteralmente “già visto”, sono un fenomeno comune che è può essere descritto come la forte sensazione di aver già visto una certa immagine o di aver già vissuto (dèjà vécu) una determinata situazione, a cui si accompagna un senso di inadeguatezza, dovuto al fatto che si percepisce che, in realtà, tutto sta accadendo per la prima volta.

Questo termine è stato coniato nel 1876 dallo psicologo e filosofo francese Émile Boirac (1851-1917), che lo utilizzò nel suo libro “L’Avenir des sciences psychiques”, da allora il vocabolo è diventato di natura internazionale e utilizzato in tutte le lingue.

Le cause

Diversi autori hanno cercato di dare una spiegazione a questo fenomeno, tra le tante teorie quelle più rilevanti sono:

  • Teorie Psicologiche in cui sono presenti due approcci principali: le teorie che si focalizzano sull’emozione e quelle che si concentrano sull’attenzione. Le prime sostengono che l’illusione del déjà vu (percezione) non sia altro che la realtà di un qualcosa di già provato per davvero (emozione); le seconde affermano che il fenomeno sia dovuto ad un transitorio deficit di attenzione.
  • Teorie Neurologiche, quelle che si concentrano sui rapporti tra i due emisferi cerebrali spiegano il caso come legato ad errori di trasmissione, di desincronizzazione o di spostamento tra i due emisferi; altre si ispirano a casi patologici, come i déjà vu che si presentano nell'epilessia, e sostengono siano presenti dei deficit o degli eccessi a livello dei neurotrasmettitori;
  • Teorie Psicodinamiche che spiegano il fenomeno come un meccanismo di difesa contro un’ansia incosciente legata alla situazione corrente.
  • Teorie Neuropsicologiche, i cui autori principali sono Moulin e Cleary, il primo autore sostiene che i déjà vu siano determinati da un problema nei processi di familiarità, un processo che serve a ritrovare ricordi in memoria e sarebbe l’aumento di familiarità a provocare il fenomeno; la seconda autrice all’origine di questa sensazione ci sarebbe la somiglianza visuale tra una scena immagazzinata nella memoria a lungo termine e lo stimolo visuale presente

Ci sono novità

Secondo recenti ricerche di un team dell’università scozzese di St.

Andrews, ciò che accade durante i déjà vu è che il cervello analizza i propri ricordi ed invia un messaggio per segnalare la scoperta di un errore, e non è, dunque, da considerare un errore di memoria di per sé. Akira O’Connor e colleghi sono arrivati a questa conclusione a seguito di una serie di esperimenti in cui hanno scoperto, attraverso l’uso di fMRI che, durante i déjà vu, non si attivano le aree cerebrali legate alla memoria, come l’ippocampo, ma le cortecce prefrontali, note per aiutare nella individuazione di minacce.

Questo spiega anche perché siano statisticamente più presenti nei giovani, che tendono a fare meno errori di memoria.

Questa nuova teoria sembra, dunque, affermare che i déjà vu siano un fenomeno positivo, che ci avverte quando il cervello trova un problema e lo risolve.