“Il Piave mormorava calmo e placido il passaggio dei primi fanti il 24 maggio”. Chissà se la intoneranno le fanfare delle penne nere e quelle della Croce Nera austriaca, che custodisce la memoria dei morti del '15-'18, in coro all'Adunata nazionale degli alpini, diAsti dal 13 al 15 maggio. Quel giorni, un secolo e un anno fa, sono ricordati come le radiose giornate dannunziane. Da lì a poco ladichiarazione di guerra all'Impero austroungarico. Sull'Isonzo cominciava una penosa guerra di trincea, nella quale bersaglieri e alpini morivano come mosche di dissenteria e di inedia.La retorica vuole che, nonostante tutto, si continuasse a cantare “il bersagliere ha mille penne e l'alpino ne ha una sola, un po' più nera, un po' più mola, sol l'alpin la può portar”.

L'anno dopo l'Austria lanciò la Strafexpedition per punire l'Italia dell'alleanza con l'Intesa. Seguì la sconfitta di Caporetto e l'arretramento sul fronte del Montegrappa e di nuovo sul Piave.Il titolo del libro di Lorenzo Del Boca, Grande guerra, piccoli generali sintetizzai motividella disfatta. La leggenda del Piave, come è anche conosciuto il canto, che fu inno nazionale dopo l'8 settembre 1943, per rincuorare i soldati allo sbando dopo il Tutti a casa, film di Alberto Sordi. Secondo il suo stile. l'Albertone Nazionalerendeva un fattostorico,tragicoper un quarto, comico per il resto.Con "Non passa lo straniero" termina la prima strofa del canto alpino e gli austroungarici furono sconfitti a Vittorio Veneto, detta la III battaglia del Piave, grazia all'aiuto dell'Intesa.

Le iniziative degli alpini astigiani

Fu comunque un'inutile strage come la definì il Papa. Maora i nemiciin quell'assurda guerra, frutto di impressionanti errori diplomatici, dopo l'assassinio aSarajevo dell'arciduca Francesco Ferdinando ad opera dell'oscuro Gavrilo Princip. Significativo quindi che ad AstiItaliani e austriaci, reduci questi dalle elezioni politiche, a maggio sfilino fianco a fianco per le vie della cittàe le penne nere del Cai di Astiabbianopersino portato un gonfalonesu una cima delle Alpi austriachedall'atmosfera unica.Sono saliti con gli sci alpinisti di Biberach, la città tedesca con cui sono gemellati.

"Da trent'anni - riferiscono ad Asti - questi alpinisti scalano ogni volta una cima diversa. Cominciarono nel 1987 con l'Adamello".

È di ieri la notizia che 5 sci alpinisti si sono persia 2mila metri metri di quota ad Alagna Valsesia. Non riuscvano più a trovare la via di discesa fuoripista e sono stati soccorsi da alpini pratici del Monte Rosa.

Tra un mese centinaia di tricolori saranno issate su balconi di vie e piazze di 120paesi dell'astigiano. Con questospirito ci si prepara al benvenuto: "Sono oltre 20 mila le penne nere che alloggeranno nei 13 campi che allestiremo, senza contare le oltre 30mila persone che si sono sistemate da sé" dice il presidente dell'Ana di Asti, Adriano Blengio,

Luigi Cailotto,che dirigeil comitato organizzatore, è previdente “Bisogna preparasi ad accogliere altre 50mila persone”. Sono stati, così, predisposti oltre 2mila posti letto in palestre e capannoni, scuole, e circoli. In quei giorni ci saranno problemi di viabilità, ma gli alpini sono così simpatici da farsi perdonare dagli astigianii disagi. Li si vedrà marciare, cordiali, variegati, uniformi solo nel cappello di ordinanza, sia i bocia, i giovani ancora in sevizio, sia i veci già in congedo. Il clima di queste adunanze è ben descritto in mezz'oradal film-reportage Dalla testa ai piedi, realizzato per l'occasione dalle penne nere di L'Aquila.