Si parlano ancora dopo una vita da malavitosi. Così la Squadra Mobile della Questura di Torino è riuscita ad arrestare un altro componente della banda dell'n'drangheta capeggiata dal boss Domenico Belfiore. E' proprio vero che un uomo non riesce a far a meno della relazione con un altro uomo. E che la “giustizia” è ciò senza cui nemmeno una banda di ladroni potrebbe esistere, come scriveva Platonenella Repubblica.

Gli uomini della Squadra Mobile hanno mandato una lettera anonima ai sospettati dell'omicidio Caccia ancora in libertà, architettata ad arte per farli cadere nel tranello.

Rocco Schirripa, 64enne panettiere di Torino, si è messo subito in contatto con il pluripregiudicato Placido Barresi per chiedere se sapeva chi avesse parlato. Intercettato e arrestato dalla Procura di Milano che coordina le indagini secondo cui il panettiere di origini calabresi era sull'auto da cui spararono, dietro la Gran Madre. Era la sera del 26 giugno 1983, una domenica, mentre BrunoCaccia portava a spasso il cane. Poco soprail set di The Italian Job.

Lo hanno arrestato il 22 dicembre 20015. Stasera alle 18 all'Unione industriale di Torino, i poliziotti della Squadra Mobile vengono premiati dal Rotary, che da anni onora la memoria di Bruno Caccia, rimpianto socio. Sarà il dirigente della Squadra Mobile, Marco Martino a ritirare il riconoscimento.

Gli anni scorsi il premio Bruno Cacciaè andato al presidente del Conservatorio Giuseppe Verdi, Marco Zuccarini, al responsabile della Reggia di Venaria, Alberto Vanetti, al fondatore di Libera don Luigi Ciotti. A Bruno Caccia è intitolato lo stesso Palazzo di Giustizia di Torino e qui in una della precedenti edizioni del premio, l'allora presidente del Tribunale, LucianoPanzani, ora presidente della Corte d'Appello di Roma, aveva invitato a considerare quanto si era fatto in Piemonte contro la n'drangeta, visto che sul web si diceva il contrario.

Altre indagini clamorose

Nemmeno i casi di clamorose intercettazioni sono nuovi alla ploizia di Torino a partire dal registratore che Ciccio Miano di portava nelle mutande, mentre parlava con gli altri detenuti. Così negli anni Ottanta è stato sgominato il clan dei catanesi, mentre per le successive indagini contro la criminalità organizzata,di solito coordinate dalla Dda, sono stati utilizzati i pentiti o collaboratori di giustizia I grandi processi contro l'ndrangheta a Torino sono stati Cartaginenegli anni Ottanta, che ha portato alla fine del clan di Salvatore Belfiore, fratello di Domenico, esecutore materiale dell'omicidio Caccia e Minotauro che ha determinato scioglimento dei consigli comunali di Leinì e Rivarolo Canavese.

Sasà non ha mai parlato, ma potrebbe farlo Domenico Belfiore.

“Se lo individuo - dice Placido Barresi riferendosi al fantomatico mittente della lettera anonima - è una cosa che mi sbrigo io". Gli risponde il panettiere: "Tu vedi di individuarlo che poi... non ti preoccupare". La Procura di Milano ha quindi ritenuto di avere elementi sufficienti per arrestare Rocco Schirripa che nei giorni scorsi ha nominato anche Marco Anetrini a difenderlo con Basilio Foti che lo segue fin dall'inizio e che si è visto negare la scarcerazione dell'imputato dal Tribunale del riesame di Milano e dalla Cassazione. Le indagini della polizia giudiziaria sono ormai arrivate alle ultime battute. Nei prossimi giorni dovrebbero essere depositati alcuni atti, relativi in particolare alle intercettazioni. Non è escluso che gli inquirenti di Milano decidano di procedere con il giudizio immediato.