Sono otto, gli assessori scelti da Chiara Appendino. L'aveva annunciato lei stessasul suo blog, poco prima del ballottaggio, il 15 giugno. Otto nomi più o meno noti, a cui saranno affidate le sorti della città negli anni a venire. Il primo, Sergio Rolando (Bilancio), è un'economista che ha già collaborato con la Regione Piemonte dirigendone prima i Fondi Strutturali e poi il Bilancio.Come riporta la sindaca stessa, Rolando ha uno scopo preciso e lo ribadisce da tempo:“La riorganizzazione della struttura amministrativa del Comune di Torino è una tappaindispensabile per consentire alla Città di garantire ai cittadini servizi migliori e ottimizzarel’allocazione di risorse".

Per l'Urbanistica è stato sceltoGuido Montanari, docenteal Politecnico che svolgeva, fino a pochi giorni fa la medesima mansione presso il comune di Rivalta di Torino. Una scelta per lo meno controversa, se si conta chela giunta del piccolo comune torinese andrà al voto nel 2017 e si trova con un assessorato scoperto poco prima della campagna elettorale.

L'assessorato all'Istruzione è stato affidato all'architetto Federica Patti, docente di scuola secondaria. Il programma, anche qui, è chiaro; "Bisogna partire per impegnarsi a ricucire il rapporto di fiducia, collaborazione e corresponsabilità educativa tra le istituzioni educative e le famiglie, favorendo la partecipazione anche tramite una rinnovata attenzione e cura degli strumenti di comunicazione".

Allo sport troviamo l'ex preparatore olimpico Roberto Finardi, mentre per l'Ambiente e Welfare sono state scelte, rispettivamente, Stefania Giannuzzi e Sonia Schellino. Notevole è la nomina dell'attivista LGBT Marco Giusta, sicuramente tra le più azzeccate:“Sentirsi parte di una comunità, ridurre gli stereotipi e le discriminazioni valorizzando le differenze, rompere il soffitto di cristallo [...]; queste e non solo queste sono alcune delle priorità che vogliamo conseguire, lavorando direttamente a contatto con le cittadine e i cittadini".

Nel ruolo di assessore all'Innovazione troviamo Paola Pisano, dottoressa in ricerca e docente presso l'Università di Torino. Anche qui, il programma è chiaro:“Per migliorare l’efficienza della città e liberare le sue capacità innovative occorre agire su due livelli. Il primo è strutturare un modello di ecosistema. [...]Adottare tecnologie agili, sicure, aperte che diminuiscano i tempi di adozione, supportino la collaborazione e il ritorno economico".

Per concludere, la nomina al Commercio spetta ad Alberto Sacco, avvocato e titolare di uno studio legale. Manca, invece, la nomina alla Cultura. Il vero campo di battaglia, saranno, però, le partecipate: GTT, Compagnia di San Paolo e i Musei. In particolare, desta preoccupazione la sorte del Museo Egizio. Si tratta del terzo museo al mondo dedicato all'epoca dei Faraoni. Un primato che Torino non può permettersi di perdere.