I The Kolors sulla copertina di Rolling Stone: questo è l'ultimo successo che il popolare gruppo di origini napoletane ha conquistato dopo aver partecipato e vinto il famoso programma Amici di Maria, condotto dalla De Filippi, e dopo aver sfornato numerose hit in testa alle classifiche. Una di queste poi, per l'esattezza Everytime dei The Kolors, è stata poi subito utilizzata da un noto operatore telefonico durante la pubblicizzazione dei suoi prodotti, contribuendo così a diffondere ulteriormente la notorietà del gruppo composto dal leader Stash Fiordispino, dal cugino Alex Fiordispino e da Daniele Mona.

The Kolors suRolling Stone di settembre 2015

Quello che si scopre è che Maria de Filippi aveva detto ai The Kolorsuna cosa "molto rock", dopo aver ascoltato due cover ed il loro inedito Everytime alla prima audizione per partecipare al programma: e cioè, che se fossero stati presi, avrebbero dovuto sempre suonare "quello che siete" e non delle copie. Mai consiglio fu più azzeccato, possiamo dire, per questo gruppo che ricorda da vicino i componenti dei gruppi anni '80: molto rock, energici, tenebrosi e forse per questo anche molto sexy.

Influenze di giganti della musica come Pink Floyd e The Cure per i The Kolors, che hanno iniziato la loro carriera a Milano nel 2011 dapprima divenendo la resident band del popolare locale Le Scimmie (mica pizza e fichi...!), per poi arrivare ad aprire nel 2011 i concerti di Hurts, Gossip e Paolo Nutini pubblicando, nello stesso anno, il primo inedito Don't give a funk.

La partecipazione nel 2014 alla 14a edizione diAmici di Maria dei The Kolors è stata la migliore rampa di lancio che potessero avere: avevano già "provato a bussare a tutte le porte ma niente". Pare che abbiano detto loro che non sarebbero arrivati da nessuna parte, ma questo probabilmente sarà di buon auspicio. Senza fare paragoni fuori luogo per epoca e stile musicale, ricordiamo che del resto la storia della musica è piena di aneddoti di questo tipo: scomodiamo il buon Giuseppe Verdi, bocciato all'esame di ammissione dal Conservatorio di Milano che ora porta il suo nome, per arrivare ai Beatles e all'errore madornale della Decca che si rifiutò di metterli sotto contratto pensando che "non avessero futuro nello show business".