La celebre rivista statunitense ritorna all'antico, per così dire. Nel marzo 2016, Playboy aveva preso una decisione senz'altro coraggiosa, eliminando il nudo dalla copertina della rivista. L'obiettivo di fondo era quello di aumentare il numero delle tirature. D'altronde la sopravvivenza di questo storico magazine, ad oggi è messa a dura prova dall'avvento del digitale.

I numeri di Playboy, ad ogni modo, non sono così negativi: nel 2016 la rivista ha avuto una tiratura di 700mila copie, ma si tratta di briciole se paragonate alle vendite degli anni '70, quando arrivò a punte di 5,6 milioni di copie.

A ribadire questo ritorno alle origini è stato Cooper Hefner, figlio di Hugh Hefner, fondatore della rivista. Il giovane imprenditore, in un tweet ha così descritto la nuova linea editoriale del magazine: "Eliminare totalmente il nudo dalle copertine è stato un errore. Oggi ci riappropriamo della nostra identità e reclamiamo chi siamo".

In particolare, nel prossimo numero di marzo-aprile, la coniglietta del mese verrà associata a un hashtag che rivendica orgogliosamente l'identità della rivista, #NakedIsNormal". Tuttavia Playboy ha deciso di eliminare il suo storico sottotitolo, una sorta di ammiccamento per veri intenditori, che recitava: "Entertainment for men".

D'altronde la rivista, fin dal suo esordio, oltre alle immagini di nudo femminile, si occupa anche di moda, sport, politica, costume, ed ospita spesso gli interventi di autori e personaggi famosi.

Playboy e il ritorno al nudo

La celebre rivista, fondata nel 1953 da Hugh Hefner, che vide nella copertina del primo numero una giovanissima Marilyn Monroe, ha avuto il merito di sdoganare il nudo in una società molto puritana, quale quella americana, a partire dalla fine degli anni '70. Negli anni successivi, con l'avvento dell'industria massiva delle pellicole a carattere pornografico, il magazine è andato incontro ad un lento e quantomai inesorabile declino.

Questo trend negativo si è accentuato a partire dagli anni 2000, con l'ampio sviluppo di internet.

Nell'era digitale, la nudità e l'accesso ad immagini di questo tipo è diventato così semplice da risultare inflazionato. Basti solo pensare al mondo della pubblicità che, per catturare l'interesse del pubblico, spesso propone immagini di donne bellissime che lasciano ben poco spazio all'immaginazione.