Aveva scelto di non parlare mai delle violenze subite, perché per Elena Majoni significava rovinare la carriera professionale del marito. Non un marito a caso, ma Gabriele Muccino. La donna ha deciso ora di aprire la scatola dei ricordi più tristi per raccontare in Televisione, ospite all'Arena di Massimo Giletti, quanto vissuto. "Il coraggio non deve mai mancare", dice Elena trattenendo a stento le lacrime.

Uno schiaffo così forte da compromettere il timpano

Una delle violenze subite, quella che più ha lasciato il segno, avvenne in estate, in una casa in campagna.

Elena era al telefono con la madre quando Gabriele le si avvicinò all'improvviso, per tirarle uno schiaffo forte, potente, così deciso da lacerarle il timpano. "Ricordo un fischio fortissimo che non finiva più e lì ho capito che c'era qualcosa di grave", continua la donna. Uscendo dalla stanza raccontò tutto a Silvio, fratello di Gabriele.

Elena ha voluto gestire il suo dolore in silenzio, lontano dai media, perché "sarebbe stata la parola di una persona normale contro quella di un regista importante". Non voleva diventare protagonista di un pettegolezzo, del gossip, ma preferiva avere la certezza delle sentenze definitive, voleva avere delle prove, prima di alzare un grande, grosso polverone.

"La mia parola non poteva più essere messa in dubbio", ha continuato.

Le altre violenze e la testimonianza di Silvio Muccino

Ma le violenze non finirono qui: ricorda anche quella volta che Gabriele, mentre erano in America, l'afferrò per la mascella, rompendole un dente e causandole problemi di masticazione. "Lì ho deciso che dovevo andarmene" non solo per il suo bene, ma anche per proteggere il figlio che hanno avuto insieme.

Delle violenze, pur avendo negato in un primo momento, ha parlato anche lo stesso Silvio Muccino. Per lui era doveroso dire la verità dopo la sua falsa testimonianza. E' stata Elena a cercarlo, ammettendo di non aver mai avuto alcun risentimento contro di lui "anche se aveva testimoniato contro la mia versione".

Elena ha poi ottenuto l'affidamento esclusivo del figlio, ma nonostante ciò non ha mai vietato al padre di vederlo.