Con una sola battuta, Flavio Briatore riesce a cancellare tutti i pettegolezzi e le voci che si rincorrevano da settimane - su una presunta crisi prima e su una imminente separazione legale poi - riguardo alle sorti del suo matrimonio con Elisabetta Gregoraci. A quanto pare, non c'è nessun divorzio all'orizzonte.

Briatore: "Separarmi da mia moglie? No, mi costerebbe troppo"

È ai microfoni de "La Zanzara", l'irriverente trasmissione radiofonica condotta da Giuseppe Cruciani e David Parenzo, che l'imprenditore cuneese si lascia andare a un lungo sfogo, in occasione del quale trovano spazio vari argomenti.

Si parla dei suoi investimenti in Italia, dei problemi legati all'apertura del Twiga in Puglia, ad Otranto, e della recente sentenza della Cassazione su Silvio Berlusconi, condannato a pagare all'ex moglie Veronica Lario 2 milioni di euro al mese per il mantenimento. Quest'ultima sentenza viene giudicata da Briatore assurda. "Così il matrimonio diventa un affare, a furia di versare due milioni al mese l'ex moglie diventa più ricca di lui". Proprio a proposito di divorzi, non può mancare quindi anche una battuta sulla sua situazione sentimentale, che non pare lasciare spazio a dubbi o interpretazioni: "Separarmi da Elisabetta? Costerebbe troppo". Questo lapidario commento, lanciato a mo' di battuta, potrebbe quindi chiudere definitivamente tutto il chiacchericcio che da sempre circola intorno alla coppia.

La minaccia di Briatore: "Vendo tutto e lascio l'Italia"

Ma il vero annuncio choc di Briatore in occasione di questa intervista non riguarda la sua situazione matrimoniale, quanto piuttosto i suoi affari. Il tycoon avrebbe infatti maturato la decisione di lasciare tutte le attività di sua proprietà presenti in Italia, a causa di una burocrazia sempre più asfissiante e opprimente.

La classica goccia che ha fatto traboccare il vaso sarebbe stata l'ennesimo blocco all'apertura del Twiga a Otranto, in Salento. Il Twiga, per chi non lo sapesse, è un famoso locale che porta il marchio di Briatore ed è presente anche a Montecarlo e in Versilia. La procura di Lecce ha infatti fermato i lavori, che erano stati iniziati per portare a termine la struttura, per via di alcune irregolarità nell'iter di autorizzazione dell'opera.

Da qui il duro sfogo dell'imprenditore, che afferma con forza di non volere più investire in Italia: "C'è molto poco rispetto per chi investe, sembra che dia fastidio. Capisco i controlli, ma ha vinto la burocrazia".