Silvia Mezzanotte, vincitrice dell'ultima edizione di 'Tale e quale Show', è tornata con un nuovo singolo, "Lasciarmi Andare", ed un nuovo album "5.0", che uscirà questo autunno. Una donna che ne ha "prese tante ma che ne dà anche tante", che vuole mettere un po' da parte i tecnicismi del canto a favore di un pop meno perfetto, più "sporco" ed influenzato anche dal rock, che ama con stima e rispetto le cantanti femminili e che ne applaude i successi e che riflette sulle condizioni dei cantanti di oggi che, superata una certa soglia d'età, vengono messi "in panchina" dai più grandi network radiofonici.

Ecco l'intervista di Silvia Mezzanotte a Blasting News in cui si parla di questi aspetti e molto altro. Ecco cosa ci ha detto.

Ciao Silvia, nuovo sound e nuovo singolo! "Lasciarmi Andare" è un bel ritorno, radio friendly. Cosa rappresenta per te questo brano?

La mia fotografia attuale: una donna che ha orgogliosamente 50 anni, che ha la consapevolezza del proprio percorso. Faccio tesoro di qualsiasi esperienza per costruire per il presente e futuro, amo molto i miei sbagli. "Lasciarmi Andare" parla proprio delle mie fragilità, paure, di doverle quotidianamente trasformare in forza: sono arrivata finalmente ad accettare che le ferite si sono richiuse, formate in cicatrici e che, come le rughe, siano diventate tatuaggi sul corpo che è bene avere, perché ti danno l'idea di quello che sarà il percorso futuro, per evitare di fare gli errori del passato.

Non sono una donna vittima delle circostanze: un po' me le sono cercate, un po' le ho combattute, un po' le ho subìte. Sono una che "ne prende tante ma ne restituisce anche tante". A livello di sound, il brano è stato impreziosito dall'autotune, non per l'intonazione, perché sono una cantante solitamente intonata, ma per dare al brano un suono più ruvido, un po' più distorto, diverso rispetto al solito (sono spesso stata tacciata di tecnicismo, di essere "senza cuore") e credo che renda rispetto a ciò che sto dicendo e che voglio comunicare.

Che effetto ti ha fatto compiere 50 anni?

Un po' di paura la fa, soprattutto, per chi vive in questo ambiente. In generale, l'ambiente artistico è difficile per le donne: si fa in fretta a diventare un prodotto che non è più radiofonico e che, per pregiudizio, non viene neanche ascoltato. Radiofonicamente, sia per gli uomini che per le donne, l'età è davvero ghettizzante.

Sono felicissima, però, del percorso di Paola Turci e della sua rinascita di quest'anno: un'altra donna che ha subìto cicatrici importanti, ma che è riuscita a trasformarle, come quest'anno, nel suo nuovo e bellissimo progetto discografico. La ammiro tantissimo. Lei è un'eccezione, perché negli ultimi anni non era tanto trasmessa dalle radio ma ora è nuovamente riesplosa. Ma non è così per tutti.

"Lasciarmi Andare" anticipa l'uscita del tuo nuovo album, "5.0", cosa ci puoi dire in anteprima?

Le canzoni dell'album saranno proprio sulla voglia di rapportarsi a tutto tondo con le proprie fragilità, nelle debolezze che può avere una donna, che, specie ad una donna di spettacolo, non sono concesse e che non si perdonano.

Io, invece, mi perdono! Ho imparato a perdonarmi ed ascoltarmi: meglio qualcosa di sentito ed imperfetto che il contrario.

Perché il titolo "5.0"?

"5.0" è un titolo che ha più valenze: 5.0 fa riferimento sicuramente ai miei 50 anni ma è anche riferito ad una quinta rinascita vera e propria, della mia carriera.

Mesi fa hai vinto la 6a edizione di "Tale e Quale Show". Com'è stata l'esperienza e la vittoria finale?

Ho accettato di partecipare perché pensavo mi avrebbe fatto bene a livello personale, contro la timidezza, ed è stato un esercizio davvero difficile, impegnativo ma davvero soddisfacente! La trasmissione mi ha riportato ad una popolarità che ricordo solo dopo la vittoria del Festival di Sanremo 2002!

Un'altra cosa che mi ha molto gratificata sono state le clip mandate in onda pre-esibizione! Quei brevi ma acuti filmati hanno permesso alla gente di vedermi sotto un altro aspetto, quella sono io veramente: lo scherzo continuo e la gioia del prendermi in giro.

Una cantante che vince "Tale e Quale Show" non rischia di essere un po' troppo connessa alle "cantanti da cover"?

In realtà devo dire che non ho nemmeno pensato al mio futuro discografico in quel dato momento, anche perché nel mio percorso, negli ultimi 8 anni, ho portato in scena molte cover nel mio spettacolo teatrale, Regine (che ora ho trasformato e che è stato rivisto nel mio tour): le grandi voci, le grandi donne italiane e straniere come Mina, Ornella Vanoni, Gloria Gaynor, Noa, Liza Minnelli e tantissime altre, tutte donne che mi hanno ispirato con le loro biografie, che parlavano di quello che provavo anche io, le mille paure che si hanno come cantante ed artista.

Non immaginavo assolutamente di poter vincere Tale e Quale Show, perché non ho mai fatto imitazioni, quindi la vittoria è stata ancora più sorprendente. Ed è stato solo dopo la trasmissione che ho incontrato il direttore della Rosso Al Tramonto, che è poi diventata la mia nuova etichetta discografica, quindi, il programma, in realtà, mi ha portato solo bene e fortuna.

Hai cantato per 10 anni con i Matia Bazar, e con loro hai anche vinto il Sanremo del 2002, con Messaggio d'amore. Com'è stato raccogliere l'eredità di Antonella Ruggiero?

Da incosciente. Avevo paura, perché avevo tutti 'i fucili puntati' nel raccogliere l'eredità di Antonella Ruggiero nei Matia Bazar, che è sempre stata l'icona del gruppo, non solo per il canto ma anche per il suo modo altero e distante di essere, la star incontrastata.

Avevo una trentina d'anni e mi trovavo di fronte a quella che poteva essere la mia ultima grande occasione per "sfondare", quindi me la sono giocata nel modo più impulsivo possibile, della serie "o la va o la spacca". "Brivido Caldo", del 2000, il primo singolo del ritorno, quello che mi ha presentato al grande pubblico, era studiata apposta per presentare al pubblico il mio timbro, senza emulazioni verso Antonella, e, al contempo, con l'acuto finale, si faceva capire che potevo essere in grado di cantare anche il repertorio della band. Non mi sono assolutamente imposta, anche perché amavo i Matia Bazar e Antonella Ruggiero, e alla fine è andata bene; almeno fino alla morte di Giancarlo Golzio, il quale è stato dapprima un maestro e poi è diventato uno dei miei più cari amici.

La sua scomparsa ha reso per me troppo difficile continuare con la band.

Chi è Silvia Mezzanotte nella vita di tutti i giorni?

Silvia Mezzanotte è una donna molto feroce con se stessa ma sono anche semplice ed amo le cose semplici. Ho una vita privata che custodisco, con un compagno che non c'entra niente con il mondo dello spettacolo, fa l'insegnante di sostegno per i bambini sordi... pensate il paradosso! Ho una passione sfegatata per gli animali, infatti abbiamo raccolto 3 gatti e 2 cani che adoro e ho una famiglia meravigliosa a Bologna. Quando posso esco con gli amici e vado al cinema, cosa che adoro. Faccio la spesa, non faccio da mangiare perché non sono tanto brava, ma sono patita per le pulizie domestiche.

Una delle mie caratteristiche più divertenti? Ho una collezione di aspirapolveri e ho dei robottini che fanno tutto per me!

Se potessi scegliere un'artista col quale duettare e lanciare un singolo adesso, chi sceglieresti?

Ermal Meta. Un giovane cantautore che scrive con "sale in zucca", diretto e che ha avuto finalmente la sua meritata occasione!

Con "Lasciarmi Andare" hai superato una sfida importante per te. Quali sono le prossime sfide in cui pensi di doverti lasciare ancora andare?

Mi piacerebbe fare altre cose, non mi voglio fermare qua: vorrei fare il musical e non quello da fine carriera. In realtà ogni cosa che faccio, da adesso in poi, sarà una grande sfida. Sono sempre un po' restia a parlare del futuro: dopo la morte di Giancarlo Golzio e la chiusura con i Matia Bazar ho capito che la programmazione non paga, quindi cerco di lasciarmi andare più all'istinto, al presente, e vedere come va con questo nuovo album.

Ti rispondo ancora con una canzone che porto con me sul palco, "Col tempo imparerò" di Mia Martini, perché ho voluto cantare di lei un tempo che non ha avuto, ossia quello di invecchiare: per ora, sto imparando.