Il Parlamento europeo, la Commissione e il Consiglio UE fra il 13 e il 14 giugno hanno raggiunto un'intesa che prevede un incremento dell'utilizzo delle energie rinnovabili: entro il 2030 dovranno coprire il 32% dei consumi.

Quest'accordo va, di fatto, ad attuare due delle otto proposte legislative introdotte nel pacchetto "Energia pulita per tutti", varato dalla Commissione europea il 30 novembre 2016. Circa un mese fa era stato fatto un primo passo importante, dando il via al primo punto del documento, ovvero quello inerente il rendimento energetico dell'edilizia.

Invece negli scorsi giorni sono state apposte le firme per varare la seconda parte del programma.

Stando a quanto stabilito dalle parti, non si dovrà solo raggiungere un aumento dei consumi delle rinnovabili dal 20 al 32%, ma al nuovo obiettivo è stata affiancata una clausola di revisione che, entro il 2023, invita i membri dell'UE a rivalutare la situazione e, eventualmente, ad alzare ulteriormente il target da raggiungere. In una nota ufficiale diffusa dalla Commissione europea si cita il presidente Juncker, il quale afferma che l'Europa punta a diventare leader nel settore delle rinnovabili. Al momento, infatti, in cima alla classifica dei Paesi che investono in quest'ambito svettano Stati Uniti, Cina e India.

Inoltre nel comunicato viene ribadito che le priorità dell'UE sono la lotta al cambiamento climatico e l'impegno verso il passaggio all'energia pulita, nel pieno rispetto delle condizioni stabilite dall'accordo di Parigi (COP 21) firmato nel dicembre del 2015. Al contempo, viene evidenziato come l'Europa appoggerà le attività di autoconsumo da parte dei cittadini, mentre proseguirà nella sua lotta al divieto di utilizzo dell'olio di palma nei carburanti.

La rivoluzione energetica

Adottare il rinnovabile, potenziando questo settore, implica anche l'incentivazione a nuovi investimenti - sia pubblici che privati - che potrebbero creare nuovi posti di lavoro, ma anche contribuire a responsabilizzare i cittadini della comunità europea verso un ricorso sempre maggiore alle energie rinnovabili.

Del resto, dagli accordi siglati fra il 13 e il 14 giugno, si evince chiaramente come per l'UE tutti i privati dovranno essere protagonisti di questa sorta di rivoluzione energetica volta a combattere il cambiamento climatico e l'inquinamento ormai dilagante.

In merito all'obiettivo dei consumi di rinnovabili al 32% entro il 2030, ha espresso qualche dubbio Greenpeace che, secondo il consulente all'energia Sebastian Mang, rimane una percentuale piuttosto bassa che non permette di frenare la tendenza di grandi aziende nel ricorrere ancora ai combustibili fossili o a tecnologie falsamente ecologiche.