Il Prof. Giuseppe De Natale, ex direttore dell'Osservatorio Vesuviano e autore di più di 150 pubblicazioni, ha concesso un'intervista esclusiva a Blasting News nella quale ha fornito un'analisi della situazione attuale dei Campi Flegrei e del Vesuvio.

L'attività dei Campi Flegrei

Prof. De Natale, in una recente intervista lei ha affermato che l'ultima scossa di magnitudo 3.1 avvenuta intorno alle 4:59 del 26 aprile è stata la più forte dal 1985. Come vengono giustificati questi periodi di maggiore sismicità? E solitamente quanto durano?

L'evento del 26/4 delle ore 4:59 è stato di magnitudo 3.3, come scrissi appena visto l'evento sulla mia pagina Facebook; la magnitudo inizialmente determinata era 3.1, poi corretta a 3.3.

La sismicità ai Campi Flegrei è legata al sollevamento del suolo. Il sollevamento del suolo è dovuto a sorgenti di pressione in profondità, che aumentano lo sforzo nelle rocce e causano sia il sollevamento del suolo che la sismicità. Il meccanismo fisico specifico lo pubblicammo nel 2017, sulla rivista Nature Communication; spiegammo allora che la sismicità sarebbe progressivamente aumentata nel tempo, finché fosse durato il sollevamento. Oggi quanto avevamo previsto allora è evidentissimo: la sismicità aumenta progressivamente in numero e magnitudo.

L'evento del 26/4 è stato il più forte dal 1985, e non solo dal 2005 come alcuni media hanno riportato. Prima di quello, il più forte era avvenuto il 6/12/2019, M=3.1.

Spesso gli eventi più forti avvengono in corrispondenza di un aumento, anche leggero, del tasso di sollevamento. Purtroppo, la sismicità nell'area persisterà, con aumento progressivo della frequenza e della magnitudo dei terremoti, finché durerà il sollevamento del suolo. Ormai, anche i tempi di intervallo tra eventi maggiori stanno diminuendo sempre più, come dimostra l'accadimento di un altro Terremoto abbastanza forte (M=2.7) il 8/4/2020 tra i due maggiori di dicembre 2019 e del 26/4.

Lo sciame del 26/4, inoltre, come contenuto energetico è già paragonabile con molti sciami sismici che avvennero nel 1983-1984. Purtroppo dobbiamo abituarci a questa sismicità, che sarà sempre più frequente ed anche più energetica.

Camminando per Agnano, specialmente nella zona di Pisciarelli, vicino le terme, spesso si può notare che il terreno fumi anche dove non ci sono fumarole.

Spesso le persone vedendo questi fenomeni si spaventano, hanno ragione o sono del tutto normali?

L'emissione di gas dal suolo avviene dappertutto, non solo nelle grandi fumarole. Ovviamente, nelle fumarole volumi emessi sono molto più grandi, e quindi visivamente molto evidenti. In giornate particolari, a seconda dell'umidità dell'aria, è possibile talvolta notare anche zone di emissione molto minori. Ma è un fenomeno normale, che non deve preoccupare.

Video-fake e precisazioni sull'apertura delle fumarole

In rete si trovano molti video-fake. Negli scorsi giorni uno di questi addirittura parlava dell'apertura di 4 nuove bocche. L'utente medio come può distinguere il vero dal falso? L'apertura di nuove fumarole è possibile, come successo per Pisciarelli, ma cosa indica?

È un fenomeno pericoloso?

Non si è aperta alcuna nuova fumarola. La fumarola di Pisciarelli esiste da sempre, ma dal 2009 si è ampliata e si è formata la grande fangaia. È, per quanto ne sappiamo, un fenomeno che non indica problemi particolari, se non un aumento dell'attività vulcanica nell'area e del riscaldamento degli acquiferi; testimoniata anche dal sollevamento del suolo e dalla sismicità.

Uno studio pubblicato sul Journal of Volcanology and Geothermal Research, che ha avuto una certa risonanza mediatica, parlava della possibilità che a Pisciarelli potrebbero verificarsi delle eruzioni di tipo freatico. Anche se non molto pericolose di per sé, in una zona così densamente popolata potrebbero diventarlo.

È possibile che si verifichi un fenomeno del genere nel breve periodo? Quale sarebbero in questo caso le avvisaglie?

Le esplosioni freatiche possono essere di varia potenza. A Pisciarelli, ogni tanto si verificano emissioni di acqua e fango in pressione. In linea di principio, sono certamente possibili esplosioni freatiche di potenza maggiore. Per questo motivo, già da molti anni, la zona è stata perimetrata ed è stato vietato l'accesso.

Parlando sempre di avvisaglie, nello studio "Long-term magmatic evolution reveals the beginning of a new caldera cycle at Campi Flegrei" si afferma che la caldera del vulcano si stia ricaricando per prepararsi ad una grande eruzione. In molti affermano che questa avverrà fra molto tempo, ma c'è una probabilità, seppur piccola, che l'eruzione sia di minore intensità e si verifichi nel breve periodo?

Inoltre, nella ricerca " Concentration variance decay during magma mixing: a volcanic chronometer" del 2015, si afferma che se un vulcano come i Campi Flegrei entrasse in fase eruttiva, fra il fenomeno scatenante e l'eruzione vera e propria passerebbe circa un'ora. Questo dato come si sposa con gli altri?

L'ipotesi di quel lavoro è, appunto, un'ipotesi. Tra l'altro, basata su alcune assunzioni (ad esempio che la caldera flegrea abbia dato luogo a più fenomeni di collasso, ossia grandi eruzioni ignimbritiche), che oggi sappiamo non essere fondate (la caldera flegrea è stata formata da un'unica grande eruzione: quella di 15.000 anni fa). In ogni caso, è possibile in linea di principio che i fenomeni che osserviamo oggi indichino un nuovo meccanismo di riempimento di magma nella camera magmatica profonda (circa 8 km); in questo caso, se il fenomeno continuasse per qualche secolo potrebbe dar luogo ad una nuova grande eruzione ignimbritica.

Ma, per quanto detto, è un'ipotesi molto improbabile.

È vero invece che un'eruzione (di piccola o media intensità) può avvenire con brevissimo preavviso, come descritto nel lavoro del 2015 citato. Ma, più in generale, bisogna dire che la previsione delle eruzioni è una scienza empirica ed ancora molto incerta; i casi di successo sono molto pochi, e la prevenzione deve basarsi principalmente su azioni che inizino molto prima che un vulcano entri in un periodo critico.

Il Vesuvio: un vulcano quiescente

Vorrei porle un'ultima domanda su un altro nostro vulcano, il Vesuvio. Mesi fa è stato interessato da uno sciame sismico. I geologi hanno rassicurato dicendo che fosse legato alle normali dinamiche di subsidenza.

Questo ha generato molte perplessità fra gli utenti, siccome in molti temono che fenomeni di questo tipo possano ostruire il canale principale del vulcano, causando un'eruzione. È possibile? Oppure si tratta solamente di ipotesi prive di fondamento scientifico? E in ogni caso, la scomparsa del pennacchio di fumo a seguito dell'eruzione del 1944 l'ha reso più o meno pericoloso?

Il Vesuvio, contrariamente ai Campi Flegrei, è in una fase di quiescenza, ossia non presenta alcuna attività anomala rispetto a quanto normalmente accaduto negli ultimi 76 anni. La sismicità nell'area è fisiologica, ed il suo meccanismo è stato ben spiegato da un nostro lavoro del 2001. Il canale di trasporto del magma superficiale si è ostruito dopo l'eruzione del 1944.

Un'ipotesi afferma che l'ostruzione del condotto farà sì che la prossima eruzione (quando avverrà, e per ora non c'è alcun segnale) sarà di grande energia: sub-pliniana o pliniana. Ma, da alcuni anni, molti vulcanologi sono scettici su tale ipotesi e ritengono che la prossima eruzione sarà con maggiore probabilità di intensità medio/bassa. In ogni caso, è qualcosa oggi non prevedibile, e riguarderà semmai il futuro.

Prof. De Natale c'è qualche altra precisazione che ritiene opportuno fare?

Sì, voglio chiarire che, nonostante la sismicità dei Campi Flegrei, certamente persisterà ed anzi aumenterà in numero e magnitudo finché durerà il sollevamento, le magnitudo massime verosimilmente non saranno più alte di quelle già accadute nel 1983-1984 (Mmax=4.2).

Pertanto, sebbene questi terremoti possono essere avvertiti molto fortemente, non saranno comunque terremoti distruttivi.

Le precauzioni fondamentali sono di tenere mobili e suppellettili che possono cadere ben lontani da dove si dorme, e soprattutto far verificare da un buon ingegnere o architetto la resistenza dell'edificio in cui si abita; tenendo presente che edifici con gravi problemi strutturali possono cedere parzialmente anche con terremoti di magnitudo medio-basse. Inoltre, è importante aggiungere che, secondo i nostri dati e le nostre interpretazioni, riteniamo che, a meno che i fenomeni non cambino drasticamente (ad esempio aumenti significativamente la velocità di sollevamento, ecc.), l'attuale fenomenologia non preluda ad un'eruzione.