"Con questa norma le società sono ostaggio degli ultrà,che possono far chiudere lo stadio facendo 50 cori". Questo l’allarmelanciato dal presidente della Lazio Claudio Lotito dopo la polemica scatenatadalla decisione del giudice sportivo di far giocare Milan-Udinese a portechiuse dopo i cori intonati dai supporter del Milan nel corso di Juve-Milan egiudicati razzisti della giustizia sportiva.

Lotito e i tifosi – Il “presidentissimo”, mai amatodalla tifoseria organizzata laziale, ha affermato che non è possibile chiudereun intero stadio o un settore a causa dei cori razzisti di qualche decina dipersone.

“Nelle curve, attraverso la tifoseria organizzata – accusa il numerouno biancoceleste - si compiono atti di delinquenza”. Lotito, però,afferma che è impossibile poter combattere ogni tipo di fenomeno di razzismonegli stadi ma precisa anche che non si può vietare ai tifosi di proferireparola.

Solidarietà Ultrà - Proprio su questo punto pare sia necessario fare chiarezza suquali siano i fenomeni di razzismo e quali invece possano caratterizzarsi comesemplici sfottò. Questo è il nodo su cui insistono gli ultrà del Milan che iericon un comunicato hanno chiamato a raccolta tutte le tifoserie italiane perscioperare assieme. L’appello è già stato raccolto dai “cugini” dell’Inter che hannomanifestato vicinanza alle parole dellacurva rossonera e che hanno invitato tutti gli ultras ad azioni congiunte con l’obiettivodichiarato di far chiudere gli stadi.

La protesta, anche se solo accennata, ha colpito nel segno perchéha aperto il dibattito all’interno del Palazzo fra chi pensa di fare un passoindietro e chi ritiene che le norme vadano lette in maniera differente rispettoa quanto fatto finora. Le soluzioni? Galliani propone di abolire ladiscriminazione territoriale, fenomeno bordeline fra il razzismo e ilgoliardico sfottò. In Federcalcio invece si pensa alla chiusura parziale disettori dello stadio.