Il commissario europeo per la concorrenza Joaquin Almunia ha deciso di aprire un'inchiesta sui presunti aiuti di Stato dei quali avrebbero beneficiato sette club calcistici spagnoli, e a breve comunicherà ufficialmente la decisione al governo iberico. Ma il fatto non ha scatenato solo l'ira del ministro degli Esteri di Madrid, ma anche del Mediatore europeo Emily O'Reilly.

Andiamo con ordine. Almunia, che è anche vicepresidente della Commissione Ue, analizzerà nello specifico sette squadre: Real Madrid, Barcellona, Valencia, Athletic Bilbao, Elche, Osasuna e Hercules.

I motivi d'indagine sono diversi. Per quanto riguarda Real, Barça, Athletic e Osasuna, l'Unione Europea contesta loro lo status giuridico di ''associazione'': queste società sono infatti le uniche ad essere state dispensate dalla trasformazione in società per azioni, imposta nel 1990 dall'esecutivo spagnolo alle società sportive, e dunque godono di una tassazione bassissima, pari a quella delle onlus. Real e Athletic, poi, sono sospettate per l'acquisto dei terreni sui quali sorgeranno, rispettivamente, il centro sportivo "Valdebedas" e il nuovo stadio "San Mames"; il prezzo di cessione sarebbe stato troppo basso in entrambi i casi.

L'attenzione di Bruxelles è rivolta anche ai prestiti di 118 milioni di euro concessi a Valencia, Elche e Hercules dalla loro regione d'appartenenza, la Comunità Valenciana (soldi mai restituiti e coperti dalle tasse dei cittadini), e più in generale sui tempi di ripianamento dei debiti verso il Fisco concesso dallo stato ai club, giudicati eccessivamente favorevoli rispetto alle normali procedure di rientro.

La tempistica d'azione della Commissione, tuttavia, fa e farà discutere, queste denunce erano state presentate alla Ue nel 2009 da investitori di altre società calcistiche europee, che si ritenevano penalizzati sul mercato dalle agevolazioni fiscali dei club spagnoli.

Difatti, non sono mancate le prime reazioni a caldo. Josè Margallo, responsabile degli affari esteri del governo del premier Rajoy, ha stigmatizzato le accuse ''infondate e volte a delegittimare il marchio Spagna'', ma le critiche ad Almunia arrivano anche dall'interno.

Il Mediatore europeo, l'irlandese Emily O'Reilly, ha evidenziato il ritardo con il quale è stato preso in considerazione l'esposto, dal momento che sono passati ben quattro anni, e ha punzecchiato Almunia che, come ha riferito ieri La Gazzetta dello Sport, sarebbe tifoso e socio dell'Athletic Bilbao, uno dei club coinvolti nella vicenda.

''Il fatto che la Commissione Europea non abbia dato alcuna risposta per quattro anni non solo rappresenta un caso di cattiva amministrazione, ma può apparire all'opinione pubblica come un lampante conflitto d'interessi, dati i forti legami tra il commissario responsabile e uno dei club in questione'', ha affermato la O'Reilly. Parole che pertanto lasciano più di un dubbio sulla bontà dell'operato dell'establishment sportivo spagnolo: gli scarsi provvedimenti presi dalle autorità competenti sul caso del medico Fuentes, accusato di aver somministrato farmaci dopanti a calciatori e ciclisti, e l'alone di mistero che avvolge le cifre dell'acquisto di Neymar da parte del Barcellona potrebbero essere soltanto la punta di un iceberg costellato di malaffare e marciume.