Non è la prima volta che la curva bianconera si rende protagonista di poco lodevoli azioni. Negli anni passati, la tragedia di Superga (che - il 4 maggio del 1949 - vide scomparire in toto il Grande Torino, una delle più grandi squadre della storia calcistica italiana) è stata più volte citata dalla curva della Juventus e usata a mo' di scherno contro i 'cugini' granata.



Quest'anno, la vicenda si è verificata nuovamente. Due gli striscioni incriminati, comparsi sugli spalti dello Juventus Stadium: il primo recita, letteralmente, "Quando volo penso al Toro"; mentre il secondo vede un aeroplano (o almeno così pare, ché l'arte del 'genio' in questione non raggiunge per certo vette elevate) schiantato contro una montagna con accanto una scritta "Solo uno schianto".





Quest'anno, la curva bianconera si è resa protagonista di altre vicende analoghe (ben meno gravi, sia ben chiaro): basti pensare ai cori di discriminazione territoriale rivolti verso i tifosi del Napoli (ma questa è una piaga che non riguarda solo la Juventus) o alla curva chiusa ma aperta i bambini, protagonisti a loro volta di non troppo edificanti motti rivolti al portiere.



Insomma, campioni in campo (soprattutto in Italia: trentuno volte per qualcuno, ventinove per qualcun altro) ma troppe volte non sugli spalti.



Ben più lodevole la posizione del Presidente della squadra campione d'Italia in carica, Andrea Agnelli che - attraverso il profilo facebook ufficiale dei bianconeri - ha dichiarato: "Le tragedie non si toccano. Mai. No agli striscioni e ai cori canaglia. Tutti", lanciando un hashtag: #RispettoPerLeTragedie.



Per fortuna che c'è chi ricorda al mondo qual è lo stile Juve.