Il Milan fuori da tutto, Balotelli rischia di finire fuori dal Milan e anche dalla Nazionale. All'indomani della cocente eliminazione dalla Champions League ad opera dell'Atletico Madrid, il processo calcistico non si è aperto soltanto in casa rossonera, con una sconfitta che ha segnato la fine di un'epoca, ma anche nei confronti di Mario Balotelli.

Il mondo del calcio, infatti, continua a domandarsi se l'attaccante rossonero sia realmente un campione, oppure se resterà per sempre un grande incompiuto. Il grande esordio nel 2007 con la maglia dell'Inter, a soli 17 anni, aveva fatto subito parlare del nuovo fenomeno del calcio italiano. Tuttavia, nel corso di questi anni, Balotelli è stato sulla cresta dell'onda più per le sue "balotellate" che per i suoi colpi da campione.

Scaricato dall'Inter, dopo una serie di incomprensioni con la società e i tifosi, nel 2010 è sbarcato in Inghilterra, al Manchester City, agli ordini del suo "mentore" Roberto Mancini. Come spesso gli capita, il centravanti italiano comincia bene quando cambia squadra, poi si perde regolarmente sia per le bizze fuori dal campo che per le deludenti prestazioni sul rettangolo di gioco. L'ennesimo divorzio calcistico lo porta a vestire la maglia della squadra per la quale ha sempre fatto il tifo: quella del Milan.

Nel gennaio del 2013, infatti, tra il tripudio generale dei tifosi rossoneri, SuperMario sbarca a Milanello dichiarando di voler vincere tutto col club di Berlusconi. Un ottimo approccio col mondo Milan, con una serie di reti e prestazioni che garantiscono alla squadra di Allegri il raggiungimento del terzo posto in campionato e la qualificazione alla Champions League. Poi? Nella stagione attuale, Balotelli è apparso sempre più un corpo estraneo al gioco e all'ambiente rossonero: qualche perla - un gol magnifico al Bologna - ma poi il centravanti numero 45, soprattutto nei match importanti, non ha mai preso la squadra per mano, non è mai stato decisivo ed è quasi sempre apparso avulso dagli schemi rossoneri, sia con Allegri che nell'attuale gestione Seedorf.

Da un campione ci si aspetta che sia in grado di prendere per mano la propria squadra e di trascinarla alla vittoria, soprattutto nei momenti difficili. Invece, Balotelli, quando le cose vanno male, si fa trascinare nel vortice della depressione generale e si "dimentica" di scendere in campo. Per questo motivo, quando non arrivano i risultati, i tifosi se la prendono con lui: al rientro da Madrid, dopo i quattro gol subiti ad opera dell'Atletico di Simeone, i sostenitori milanisti hanno intonato dei cori soprattutto contro SuperMario. Ci si sente "traditi" proprio da quello che dovrebbe essere il giocatore simbolo della squadra del cuore: i tifosi, anche nelle sconfitte, vogliono vedere l'impegno dei propri beniamini, la volontà di onorare la maglia e di non mollare mai, e queste caratteristiche non appartengono a Balotelli.

A questo punto, a pochi mesi dal Mondiale brasiliano, il "caso Balotelli" diventa Nazionale. I tifosi si dividono tra coloro che non ne sopportano più l'atteggiamento di sufficienza in campo e che ormai lo vedono lontano dal diventare un campione, e quelli che, invece, tenendo conto della giovane età (23 anni) ritengono che SuperMario abbia ancora tutte le potenzialità per esplodere in maniera definitiva. Tuttavia, la storia del calcio ci insegna che a 23 anni, i campioni veri, erano già più che esplosi. Del Piero era già diventato un simbolo della Juve e conquistava una Coppa Intercontinentale lasciando il segno; Totti era un titolare inamovibile nella Roma e un leader carismatico; Cristiano Ronaldo vinceva il Pallone d'oro; Kakà incantava il mondo intero con le sue giocate. Senza scomodare gente come Maradona, Pelé e Messi. Insomma, la carriera di un calciatore è breve, a 23 anni bisogna già dimostrare quanto si vale realmente, e se questi sono i segnali che arrivano da Mario Balotelli, c'è da preoccuparsi.

In ottica Nazionale, anche Prandelli si è lasciato scappare che è "Tutto da decidere, tranne Buffon. Gli altri sono sotto osservazione, Balotelli compreso". Dunque, non è da escludere che all'ultimo secondo il C.T. italiano decida di lasciare a casa il centravanti del Milan, e questa potrebbe essere una vera e propria "sentenza" sulla carriera di Balotelli. Non resta che aspettare cosa accadrà in queste ultime 11 giornate di campionato, e poi "Ai Mondiali l'ardua sentenza".