La sconfitta della Juventus nella semifinale di Europa League sta ancora tenendo banco a Vinovo, in attesa del match di lunedì sera contro l'Atalanta che potrebbe regalare il terzo titolo consecutivo ad Antonio Conte e ai suoi ragazzi. Per la verità, lo scudetto potrebbe arrivare anche domani pomeriggio, nel caso in cui la Roma non dovesse conquistare i tre punti al 'Massimino' contro il Catania. A proposito di Conte e della squadra giallorossa, il tecnico dei capitolini, Rudi Garcia non ha mancato di lanciare un'altra frecciatina al 'collega'. E non è finita: anche il noto quotidiano 'La Gazzetta dello Sport' si è scagliato contro l'allenatore bianconero. Ma andiamo per ordine.


Antonio Conte, per Rudi Garcia la polemica è finita con l'ultima frecciatina velenosa

"Il campionato è chiuso - ha detto Garcia - Il risultato di domani a Catania non cambia niente, ma noi andremo per vincere, come al solito, continuando a giocare e a dare tutto. Complimenti a loro, sono una grande squadra e hanno grandi giocatori." 


Peccato che il tecnico della Roma non citi direttamente il nome del suo 'collega', con il quale evidentemente ha ancora un 'conto in sospeso' per via della famosa polemica delle 'chiacchiere da bar'. Solleticato dai giornalisti, poi, a parlare di Antonio Conte, il tecnico della Roma se ne esce in maniera ironica, dando praticamente del 'bambino' al collega: "Non contate su di me per continuare a giocare nel cortile della scuola, suono la campanella della ricreazione".



Antonio Conte, attacco dalla Gazzetta dello Sport

Anche il noto quotidiano milanese non ha risparmiato critiche nei confronti del tecnico della Juventus, addossandogli le colpe per la sconfitta di giovedì scorso: "La ricerca ossessionata di un alibi stia diventando un ritornello stucchevole dopo le rare sconfitte di Antonio Conte. - ha scritto oggi 'la rosa' - Dopo Istanbul e dopo il Benfica la colpa è stata sempre di qualcun altro. Mai sua o della squadra."


E' chiaro che, secondo il quotidiano sportivo, Antonio Conte non è esente da colpe per l'eliminazione dei bianconeri. E aggiunge ancora più velenosamente: "Per vincere in Europa ci vuole anche una certa abitudine a lottare e giocare ad eurolivelli. Se, però, quando perdi te la prendi con gli altri, non crescerai mai. Cadi a Istanbul ed è colpa di chi ti ha fatto giocare su quel campo, anche se quella volta alle lamentele unì un’apprezzabile autocritica. Non segni in casa ed è colpa dell’arbitro. Questo scarica barile non funziona".