Tanto più grande è l'illusione, tanto più atroce sarà la delusione. Solo così si può commentare il pessimo risultato maturato dalle italiane nel corso degli ottavi di finale di andata di Europa League. Sfide che (spiace dirlo) hanno sancito di nuovo l'inferiorità delle nostre squadre rispetto ad avversari certamente di tutto rispetto, ma neanche lontanamente paragonabili alle squadre che spadroneggiano attualmente in Champions League. E se questi sono i risultati che le italiane raccolgono nell'Europa di serie B... è il segnale che, come minimo, c'è ancora tantissima strada da fare.

Ancora una volta l'Inter mette in mostra tutti i suoi limiti difensivi: il potenziale offensivo dei nerazzurri è certamente invidiabile, ma non è accompagnato da una difesa solida, e nemmeno un allenatore con esperienza internazionale come Mancini può cavare fuori qualcosa di buono. Il 3-1 con cui il Wolfsburg ha (praticamente) fatto fuori l'Inter suona come una sentenza.

C'è stato poco da fare per il Torino, peraltro poco aiutato dall'arbitro che ha espulso Benassi dopo appena 30' di gioco. Sconfitto 2-0 contro lo Zenit, l'undici granata è chiamato all'impresa per cercare di conquistare i quarti. Regala gioia solo il Napoli che comunque affrontava una non certo irresistibile Dinamo Mosca.

Solo paura per il goal d'apertura dei moscoviti, poi ci ha pensato Higuain con una tripletta a rimettere le cose a posto.

Pareggite che ormai sembra un male inestirpabile per la Roma, che raggiunge la Fiorentina nel finale con un goal di Keita (certamente uno dei migliori in questa stagione per i giallorossi). In questo caso, pur trattandosi di una sfida che porterà almeno un'italiana ai quarti, il messaggio d'allarme viene certamente dalla Roma, oramai incapace di vincere.

Di sicuro per l'Italia non è un bel vedere. L'entusiasmo iniziale, derivato dall'aver portato 5 squadre agli ottavi di Europa League, probabilmente era già in partenza poco giustificato. Perché è vero che per il ranking Uefa tutto fa brodo, ma è anche vero che nessuna di queste squadre sembra minimamente in grado di giocarsela contro colossi come Bayern e Real.

E non è solo un discorso di spettacolarità, quanto piuttosto di valori tecnici messi in campo. Ci troviamo di fronte a squadre male allestite, spesso curate e rinforzate solamente nei reparti offensivi: si tende ad opporre l'alibi della scarsa disponibilità economica, che certamente affligge il nostro campionato e le nostre squadre di calcio. Verità incontestabile, ma che a volte serve a mascherare errori imperdonabili e grossolani. Come giustificare, ad esempio, gli acquisti di Shaqiri e Podolski di fronte a una tifoseria nerazzurra oramai stufa di assistere ogni domenica agli svarioni difensivi di Ranocchia? Come giustificare tutti gli errori commessi dalla Roma in fase di mercato, come l'acquisto di Doumbia (finora un flop) e la cessione di Destro, per giunta in prestito?

Le sconfitte di Torino e Inter fanno certamente riflettere: il momento del calcio italiano è nerissimo oramai a tutti i livelli. Persino il Milan, la regina d'Europa, non riesce più ad allestire un organico degno di poter quantomeno giocare in maniera dignitosa in Europa League. Facile dare adito a false illusioni godendo della qualificazione di 5 squadre agli ottavi della seconda competizione d'Europa, ma bisogna tornare coi piedi per terra.

Se fino a poche settimane fa il momento negativo sembrava quasi alle spalle, ora la realtà dei fatti appare differente. Serve una scossa, e subito. Ma se a livello dirigenziale il calcio è dominato da determinati elementi interessati solo al potere, se le squadre di serie A continuano a sostenere Tavecchio e Lotito e tutto ciò che ne discende, come ne usciremo? Difficile proporre soluzioni. Ma così, la strada è sempre più in salita.