In un mondo del calcio conservatore, nel quale le novità vengono introdotte col contagocce e al rallentatore (per usare proprio una metafora calcistica) - vedi la moviola in campo preferendole ben sei arbitri (spesso ugualmente fallaci) - le sentenze giuridiche potrebbero essere le uniche a smuovere le acque. Basta una causa portata avanti da un calciatore al proprio club di appartenenza, magari vinta, per cambiare le regole. Come il caso Bosman, calciatore belga con scadenza di contratto fissata al 1990, voleva trasferirsi al Dunkerque ma il Liegi bloccò il tutto per un'offerta non gradita.

Risultato, il suo ingaggio fu pure ridotto e si ritrovò fuori squadra. Da qui una guerra fatta di carte bollate, con la Corte di Giustizia delle Comunità Europee che diede ragione al giocatore, e nel 1995 consentì ai calciatori professionisti cittadini Ue di trasferirsi gratuitamente a un altro club alla scadenza del contratto con l'attuale squadra.

Un'autentica rivoluzione nell'ambito contrattuale dunque, con i calciatori che oggi possono decidere di non rinnovare e svincolarsi alla fine del contratto. Ma ora, una nuova sentenza, potrebbe stravolgere nuovamente le regole contrattuali. Sempre a favore dei calciatori e in sfavore dei club. La Gazzetta dello sport riporta il caso del calciatore tedesco Heinz Müller.

Contratto a tempo indeterminato per i calciatori

Paradossalmente, mentre il mondo del lavoro ordinario si avvia sempre più verso la precarizzazione, quello dei calciatori potrebbe diventare molto più stabile. Il portiere Müller, trentaseienne, ha un contratto scaduto lo scorso giugno con il Mainz. Lui avrebbe voluto rinnovarlo, pretendendo un contratto a tempo indeterminato, ma la società ha risposto picche.

Così ha deciso di portarla in tribunale, che a sorpresa gli ha dato ragione. La motivazione? Gli sportivi vanno considerati come tutti gli altri lavoratori, e hanno quindi diritto, dopo due anni di lavoro, a un contratto a tempo indeterminato. Ma il Mainz ovviamente non ci sta, perché ritiene che un calciatore, dopo una certa età, non rende certo come quando è un ventenne.

Oltretutto, per forza di cose, andrebbe ricollocato forzatamente in altri ruoli. Presentato dunque ricorso.

Come andrà a finire? Ci ritroveremo tutte le società costrette a tenere i calciatori per anni e anni anche dopo l'attività agonistica? Vedremo se il mondo del calcio ne uscirà stravolto proprio come quella incredibile (per allora) sentenza di vent'anni fa. E per voi questa "stabilizzazione" contrattuale dei calciatori è giusta?