L'ex tecnico dell'Inter, Roberto Mancini, è tornato a parlare della sua esperienza in nerazzurro, interrotta con la separazione consensuale ad agosto a causa di divergenze con la nuova proprietà. L'allenatore jesino, intervistato ai microfoni de Il Corriere dello Sport ha spiegato i motivo del divorzio, confidando il suo sogno da allenatore. Queste le sue parole:

L'ultimo esperimento dell'Inter

"Non posso dire che l'ultima esperienza in nerazzurro sia stata negativa, è stata comunque una buona esperienza.

Ho lavorato per un anno e mezzo, abbiamo costruito un'ottima squadra ma ci siamo dovuti separare in quanto non c'erano più le condizioni per andare avanti. Quando ci sono delle situazioni di cambiamento, in cui si cambia il proprietario, con quest'ultimo che arriva da un altro continente, che non conoscono il calcio italiano, diventa difficile lavorare e far capire che con poco l'Inter avrebbe potuto lottare per lo scudetto. In seguito abbiamo capito che era meglio lasciarsi, e forse è stata la scelta più giusta per entrambe le parti".

Lontananza dal campo e nostalgia

"Mi manca molto il campo, non è facile stare fermi, nonostante sia stata una mia scelta.

All'inizio c'è anche qualcosa di positivo, in quanto ci si riposa e ci si rilassa ma, in seguito, comincia a mancare il lavoro quotidiano. Ma presto arriverà qualcosa di nuovo, vediamo un pò cosa sarà offerto per continuare a vincere".

Una squadra che sogna di allenare:"Per svariati motivi c'è una squadra che romanticamente sogno di allenare e quella è la Nazionale italiana".

L'avventura di Mancini

La seconda avventura di Mancini sulla panchina dell'Inter è stata avara di soddisfazioni. Il tecnico jesino è arrivato a novembre 2014, succedendo a Walter Mazzarri e pareggiando nel derby per 1-1. A gennaio del 2015 prima campagna acquisti, con gli arrivi di Shaqiri e Podolsky, che avevano illuso i tifosi, acquisti che hanno, poi, deluso le aspettative.

A giugno del 2015 altra grande campagna acquisti, con gli arrivi di Stevan Jovetic, Joao Miranda, Jeison Murillo, Felipe Melo, Adem Ljajic e Ivan Perisic. Dopo un'ottima prima parte di stagione, con i nerazzurri che terminano il girone di andata al secondo posto, un punto dietro il Napoli, nel ritorno si rompe qualcosa con l'Inter che crolla al quarto posto finale. Ad agosto, poi, la rottura definitiva.