“Siete pronti? Siete caldi?” Come dimenticare la frase diventata tormentone con la quale Madonna aprì in italiano lo storico concerto di Torino del 1987? Altri tempi, ma mutuando gli interrogativi alle squadre che animeranno la prossima Serie B è fin troppo spontaneo sostenere che la risposta è affermativa alla seconda domanda, ma negativa alla prima. Nella sahariana estate italiana, il secondo turno di Coppa Italia ha segnato il debutto ufficiale delle 22 squadre cadette. Molto difficile trarre indicazioni, dal momento che molte rose sono incomplete e che, al netto del tenore ufficiale delle partite, si è trattato di qualcosa di simile ad amichevoli seppur di lusso.

Però il concetto generale, applicabile a quasi tutte le squadre, è che il cartello dei lavori in corso è ancora in bella mostra e che con ogni probabilità sarà così anche per la prima giornata di campionato.

Venezia & company, il mercato chiama

Del resto, come dare torto ad allenatori, e preparatori: sarebbe inconcepibile pensare di essere solo in buone condizioni a Ferragosto, la Serie B è una maratona che non concede tregua, si giocherà tutto l’anno feste comprese, quindi l’obiettivo è riuscire a correre quando servirà. Detto questo, il bilancio di 15 squadre qualificate e ben 7 eliminate non è esaltante, sebbene due, Entella e Parma, abbiano ceduto di fronte ad avversari di categoria come Cremonese e Bari, che si affronteranno nel terzo turno e che, di primo acchito, sembrano poter recitare un ruolo da protagoniste nella stagione alle porte.

Giustificabile il passo falso della Pro Vercelli, che come ogni estate carbura lentamente con i suoi giovani, e comunque opposto a un Lecce che ha poco da invidiare a buona parte delle formazioni di categoria superiore, meno prevedibili erano le sconfitte di Novara e Venezia, piegate addirittura in casa da Piacenza e Pordenone: un campanello d’allarme soprattutto per Inzaghi, anzi per Tacopina e Perinetti, reduci da una prima parte di mercato da spettatori.

Dopo due promozioni di fila puntare sull’entusiasmo va bene, a patto di non farsi travolgere dalla presunzione: l’organico dei lagunari allo stato attuale non è neppure da playoff, proprio come quello della Ternana Unicusano, che bagna la prima gara del nuovo corso cedendo al “Liberati” al retrocesso Trapani. Pure qui, società nuova e allenatore nuovo, ma ben poche certezze tecniche.

Quelle che dovrebbe avere un Empoli costretto già a porsi domande dopo la clamorosa sconfitta contro il Renate, maturata ai rigori, ma dopo che la squadra di Vivarini era stata in difficoltà per larghi tratti del match. La rosa va ritoccata per essere competitivi, ma la sensazione è che l’ambiente faticherà a togliersi di dosso pregiudizi e delusione dopo una retrocessione francamente kafkiana.

Palermo e Pescara già in forma campionato

Ricco però è anche il piatto di chi può sorridere e vede lo stato dei lavori già avanzato. Detto di Bari e Cremonese, convincenti nonostante le numerose novità in organico, ha subito dilagato il Palermo di Tedino: cinque reti alla Virtus Francavilla non possono certo illudere, ma bastano per capire il progetto tecnico dell’ex allenatore del Pordenone, uno che, se gli verrà data qualche altra pedina, sembra avere le caratteristiche giuste per guidare la nave nonostante il difficile contesto ambientale.

Buonissima la prima del rinnovatissimo Carpi di Calabro contro il Livorno, fanno morale le vittorie, pur sofferte, delle rinnovate Ascoli (ma senza Favilli sarebbero guai), Cesena, Cittadella, Perugia e Salernitana, Torregrossa accende l’entusiasmo a Brescia per la vittoria sul Padova seguita al cambio di proprietà, ancora ingolfate, ma vincenti, Avellino e Frosinone, subito ok anche il Foggia, passato con autorità a Vicenza, e il Pescara di Zeman, subito spettacolare nel 5-3 alla Triestina: le protagoniste della prima partitissima della stagione, già al turno inaugurale con belle storie di allenatori ex, sembrano a buon punto nell’allestimento del proprio progetto tecnico, forse perché costruito seguendo le indicazioni degli allenatori e con mosse per tempo. Perché in fondo il calcio non è così complicato…