In questi casi la prima tentazione è sempre quella di capire chi “abbia vinto”. Le tifoserie organizzate, capaci di compattarsi oltre ogni previsione di campanile, per dire no alla tessera e in generale alle “schedature”, o le istituzioni, che hanno sì accettato il famoso passo indietro, ma solo dopo aver constatato di avere raggiunto almeno in parte il proprio scopo, come testimoniato dai numeri che parlano di un 24% in meno delle partite con feriti e di una generale netta diminuzione del numero degli incidenti.

Avanti con la fidelizzazione

Trattasi di sofismi, perché la notizia è una: la tessera del tifoso non è morta, continua a vivere e a lottare insieme al calcio italiano, ma dalla stagione dei campionati che è alle porte subirà una significativa trasformazione.

Questa è la novità, largamente annunciata, sancita dalla firma, avvenuta in Federcalcio, del protocollo "Il rilancio della gestione, tra partecipazione e semplificazione" sancito tra ministero dell’Interno-ministero dello sport, Coni, la stessa FIGC e le Leghe e della durata di tre anni. Tutti insieme per un calcio migliore, ma soprattutto in generale più e meglio fruibile da parte delle famiglie, punto sul quale ha insistito Giovanni Malagò. Nessuno lo ha detto chiaramente, ma la volontà è stata quella di abolire la parola repressione sostituendola con “fidelizzazione”, termine magico in realtà già presente nel nome di molte Tessere del Tifoso di squadre di Serie A e B.

Cosa cambia nella sostanza

Cosa cambia? Praticamente tutto, a partire dalla possibilità di acquistare il biglietto anche all’ultimo momento, al botteghino oppure attraverso una app da scaricare sul cellulare, fino al “clamoroso” sì al ritorno dei tamburi in curva. La volontà è chiara: siccome di stadi nuovi in Italia non se ne vedono (pure quelli di proprietà, dalla Juventus all’Udinese, sono rifacimenti di impianti già in essere), per ripopolare gli spalti non resta che provare a tendere una mano al tifo, organizzato e non, perché se quello organizzato “farà il bravo” magari pure la mamma e il papà si fideranno a portare allo stadio il proprio bimbo, possibilmente con una maglietta originale.

Non è ancora il momento per una liberazione totale, perché certe gare a rischio resteranno off-limits per la tifoseria ospite, ma intanto è tempo anche di mano tesa ai tifosi e pure alle società che, mentre è in pieno svolgimento l’indagine dell’antimafia sulle presunte intromissioni della malavita nella gestione dei biglietti di Juventus e Napoli, dovranno ricambiare tale fiducia isolando senza reticenze gli individui sospetti e ricattatori. Un do ut des che potrebbe rilanciare l’immagine del football nostrano quasi più rispetto all’arrivo di campioni dall’estero.