Fiorentina-Inter allo stadio 'Franchi', terreno storicamente ostico per i nerazzurri praticamente obbligati a vincere. L'ultimo mese del 2017 è stato letteralmente sconcertante per gli uomini di Luciano Spalletti che non vincono dal 5-0 inflitto al Chievo lo scorso 3 dicembre. Da allora hanno inanellato due pareggi e due sconfitte con un solo gol all'attivo e sono stati eliminati dal Milan in Coppa Italia. Quella vetta della classifica che il club milanese aveva meritatamente occupato per un paio di settimane dista ora sette lunghezze, fermo restando che la lotta per il posto in Champions League che rappresenta l'obiettivo stagionale interista è apertissima ed incerta.

Firenze, pertanto, è una tappa importante per svoltare da questo imprevisto calo di rendimento e, torniamo a ripetere, non è mai stata una passeggiata di salute per l'Inter dalle parti dell'Arno. Tra i numerosi precedenti (a Firenze su 86 gare ufficiali si contano 32 vittorie della Fiorentina, 20 dell'Inter e 34 pareggi), il 'Franchi' fu teatro di un'inattesa quanto rocambolesca battuta d'arresto per i nerazzurri: era il 12 febbraio del 1989 ed era un'Inter tra le più forti di sempre. Di fronte però c'era una Fiorentina certamente di prim'ordine.

Due squadre composte da grandi campioni

Sccorriamo con grande nostalgia le immagini di quel match ed il tabellino: il livello delle due squadre era altissimo.

L'Inter di Giovanni Trapattoni era quella di Matthaeus, Brehme, Serena, Berti e Diaz, gli ultimi due ex viola. Tra le file gigliate c'erano Roberto Baggio, Dunga, Hysen, Alberto Di Chiara, Borgonovo e l'ex interista Cucchi. Una Fiorentina di tutto rispetto allenata dal duo Santarini-Eriksson che però, al momento del confronto, accusava ben dodici punti di distacco dall'Inter capolista ed ancora imbattuta.

I nerazzurri, con tre punti di vantaggio sul Napoli, erano già campioni d'inverno visto che si giocava l'ultimo turno del girone d'andata.

Girandola di gol e di emozioni

Nella stagione 1988/89, l'Inter che si presenta a Firenze sta dominando il campionato ed ha un conto aperto con la Fiorentina che nel mese di settembre aveva eliminato i nerazzurri dalla Coppa Italia al termine di un pirotecnico 4-3.

Gli uomini di Giovanni Trapattoni iniziano di gran carriera: dopo 12' Serena entra in area viola e cade dopo un intervento di Hysen, il signor Agnolin decreta il calcio di rigore e dal dischetto Matthaues porta in vantaggio i nerazzurri. I padroni di casa hanno però una reazione veemente, Cucchi colpisce in pieno la traversa con una botta al volo da fuori area. Alla mezz'ora l'Inter perde Berti per infortunio, gli subentra Beppe Baresi. Passano 3' e la Fiorentina perviene al pareggio: Bosco scende sulla destra e serve in area Borgonovo che inventa un assist per Baggio, il genio di Caldogno anticipa Baresi e supera Zenga. Sulle ali dell'entusiamo i viola proseguono ad attaccare, Di Chiara crossa in area per la testa di Borgonovo che chiama Zenga ad un autentico miracolo.

Nel finale di primo tempo Baggio supera in slalom un paio di avversari ed entra in area, cadendo sul contrasto di Mandorlini che il direttore di gara considera regolare tra le proteste gigliate. Ad inizio ripresa Enrico Cucchi riceve palla sulla trequarti dell'Inter, entra in area e tira fuori dal cilindro un rasoterra di precisione chirurgica che si insacca nell'angolino basso alla destra di Zenga. Corre il 52', la Fiorentina conduce 2-1 ma la reazione dell'Inter è proprio da prima della classe. Tre minuti dopo, infatti, Serena svetta di testa su un corner battuto da Matteoli e pareggia il conto ed al 57', soltanto 5' dopo il gol di Cucchi, il bomber nerazzurro salta nuovamente più in alto di tutti sul cross da sinistra di Diaz, batte Landucci e firma la sua personale doppietta e la rimonta nerazzura: Fiorentina 2, Inter 3.

Sale in cattedra Borgonovo

Il match però è tutt'altro che chiuso. Al 73' infatti al culmine di uno scambio incredibile tutto di prima tra Salvatori e Cucchi, Borgonovo si ritrova sui piedi il pallone del 3-3 in piena area e non lo fallisce. Il 'Franchi' esplode, è un match assolutamente splendido tra due grandi squadre. Quando mancano 5' al termine, la formazione toscana ottiene la posta piena in maniera inattesa grazie ad una leggerezza da parte di un grande campione. Beppe Bergomi infatti ha il pallone tra i piedi sugli sviluppi di un calcio di punizione a favore dell'Inter al limite della propria area, ma lo serve imprudentemente all'indietro al proprio portiere senza avvedersi dello scatto di Borgonovo sul filo del fuorigioco che evita Zenga e deposita nella porta sguarnita.

La Fiorentina vince 4-3, curiosamente lo stesso punteggio con il quale si era concluso il match di Coppa Italia. Per l'Inter sarà la prima sconfitta in campionato, ma non influirà sul cammino dei nerazzurri che al termine di quella stagione vinceranno il tredicesimo scudetto della loro storia, quello dei record. I gigliati concluderanno la stagione al settimo posto, con ben 24 punti di distacco dai campioni d'Italia ed è una distanza oceanica se consideriamo che all'epoca la vittoria valeva due punti.

Campioni di sfortuna

Triste rivedere il primo dei due gol di Borgonovo, un'azione confezionata da tre giocatori che, purtroppo, a poco meno di 29 anni di distanza non sono più tra noi per poter raccontare quel pomeriggio.

Stefano Borgonovo si sarebbe ritirato nel 1996 e sarebbe stato ricordato come un'eterna promessa, visto che la sua carriera alla fine non avrà mai la svolta auspicata. Quella disputata in maglia viola nel campionato di Serie A 1988/89 sarà la sua migliore annata (30 presenze e 14 gol), successivamente tornerà al Milan che lo aveva acquistato dal Como nel 1988 girandolo in prestito alla Viola, dove vincerà la Coppa dei Campioni (suo il prezioso gol a Monaco di Baviera contro il Bayern che vale l'accesso in finale nel 1990), la Coppa Intercontinentale e la Supercoppa Europea, ma non potrà dare il massimo a causa di un grave infortunio. La sfortuna si accanirà su di lui nella maniera più tragica anche dopo aver appeso le scarpette al chiodo, nel 2008 gli verrà diagnosticata la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) che in breve gli impedirà di parlare e di muoversi.

La Fondazione che porta il suo nome ed alla quale lui stesso darà un enorme contributo pur nelle sue precarie condizioni di salute, ha il merito tutt'oggi di aver raccolto ingenti fondi per la ricerca scientifica contro questa grave patologia che ha colpito diversi ex calciatori (oltre Borgonovo, anche Lauro Minghelli, Adriano Lombardi, Albano Canazza, Piergiorgio Corno e Gianluca Signorini). Morirà il 27 giugno 2013 a 49 anni. Un male incurabile si era portato via anche Enrico Cucchi nel 1996, aveva appena 30 anni ed era ancora in attività. Un altro protagonista di quella pazzesca partita, Stefano Salvatori, si è spento in Australia lo scorso ottobre dopo aver lottato per diversi anni contro una grave malattia.