Il Napoli ha salutato anche l'Europa League, ai sedicesimi di finale, dopo esser uscito di scena anzitempo ai gironi di Champions. La Coppa Italia è stata soltanto una parentesi, ed è rimasto lo scudetto, l'unica competizione su cui la squadra partenopea dovrà puntare a tutti costi. Perché vincere il campionato, interrompendo così il dominio sessennale della Juventus, sarebbe un'impresa storica. Tuttavia, aver mancato l'approdo agli ottavi della seconda coppa continentale (per prestigio) potrebbe aver rappresentato un azzardo.
Questione di scelte
La società napoletana è prima in classifica in Serie A, a quota 66 punti, con la Juve a una sola lunghezza di distanza, e quella di quest'anno potrebbe essere l'occasione probabilmente irripetibile per agguantare quel tricolore che manca nel capoluogo campano dall'era di Maradona. Da qui, la decisione più importante: puntare ad un unico traguardo, da tagliare a tutti i costi. Traguardo per niente facile da raggiungere, ma che una volta superato regalerebbe al calcio italiano e alla città di Napoli una storia da consegnare agli annali dello sport e non solo. Sta di fatto che, però, un'impresa vien definita come tale proprio perché difficile o quasi impossibile; per questo l'Europa League, coppa alla portata della compagine partenopea, avrebbe potuto rappresentare un'altra meta da inseguire con grande determinazione.
Questione di rosa e di prestazione
La decisione di puntare tutto sulla vittoria del campionato è stata dettata anche dall'organico corto di un Napoli che, per fato avverso (gli infortuni di Milik e Ghoulam) e per errori di mercato, ha in dote un numero insufficiente di calciatori per gareggiare su più fronti. Contro il Lipsia, all'andata, tante le convocazioni forzate ed obbligato il turnover, che ha concesso spazio e minuti a quei giovani talenti che in campionato non hanno trovato spazio.
La risposta sul campo, tuttavia, è stata alquanto inaspettata, dal momento che la squadra è scesa in campo senza grande piglio, subendo un 3-1 compromettente e difficile da ribaltare. Non è bastato, in questo senso, il successo per 2-0 alla Red Bull Arena, condito da una grande prestazione, che ha probabilmente mostrato la vera differenza tra il Napoli ed i biancorossi.
All in sul campionato
E' un dato di fatto: per questo, Maurizio Sarri aveva risparmiato gli uomini migliori in quel di Fuorigrotta, per poi schierare i suoi "titolatissimi" contro la Spal. Il tecnico tosco-napoletano aveva anticipato le sue intenzioni nella conferenza stampa pre-partita, facendo intendere chiaramente come i calciatori ormai avessero la testa al campionato. Calciatori che, di contro, in Germania hanno sfornato una performance da incorniciare quanto dispendiosa. Nel prossimo turno di campionato gli azzurri dovranno vedersela con il Cagliari, alla Sardegna Arena: avversario alla portata sulla carta ma estremamente ostico, in grado di giocarsela a viso aperto con Inter e Juventus, tra le mura amiche.
E lecito chiedersi, a questo punto, come mai il Napoli non se la sia giocata sin dall'inizio, per poi dare il meglio di sé in seguito, con una trasferta difficile alle porte. Una trasferta più insidiosa di quanto si possa pensare, un crocevia (forse) di stagione.