Il 13 novembre del 2017, probabilmente la data più nera dell'intera storia del calcio italiano. È stata la notte di Italia-Svezia, quando abbiamo preso consapevolezza che, dopo sessant'anni, la nostra Nazionale non era all'altezza di partecipare alla fase finale di un Campionato del Mondo. Quattro mesi e dieci giorni dopo quella notte da incubo, gli azzurri tornano in campo. Lo fanno tra mille incognite, con una guida tecnica provvisoria, con l'unica certezza che il Mondiale di Russia lo guarderanno dalla TV. Due amichevoli di lusso per gli uomini del CT 'pro tempore' Gigi Di Biagio, entrambe oltremanica.

Il 23 marzo, all'Etihad Stadium di Manchester, ci attende l'Argentina di Leo Messi; il 27 a Wembley faremo visita all'Inghilterra nella sua storica 'tana'. Ci ritroviamo pertanto nel ruolo di sparring-partner per due nazionali che faranno i Mondiali quando i calciatori italiani saranno già in vacanza. L'Argentina, in particolare, è tra le favorite per il titolo. Sarà inevitabile volgere lo sguardo indietro e pensare con nostalgia alle tante sfide, soprattutto Mondiali, che ci hanno visti incrociare le strade dell'Albiceleste e dei figli di Albione, ma oggi l'Italia deve soprattutto guardare avanti.

I convocati di Gigi Di Biagio

Per il doppio impegno, il CT ha chiamato 26 giocatori: inutile dire che ci sono tanti reduci dell'era Ventura.

Di Biagio non ha stravolto la Nazionale pur perdente nelle ultime qualificazioni mondiali, ma ha inserito un paio di giovani di prospettiva che, certamente, possono rappresentare il futuro di questa squadra. In porta si affida ancora a Gigi Buffon, insieme al portierone della Juventus sono stati convocati il suo probabile erede, Gigi Donnarumma e Mattia Perin.

In difesa ci sono ancora i veterani Leo Bonucci e Giorgio Chiellini, insieme ad altri giocatori già nel giro azzurro come Mattia De Sciglio, Alessandro Florenzi, Matteo Darmian, Leonardo Spinazzola, Davide Zappacosta, Daniele Rugani e Gian Marco Ferrari. I centrocampisti sono Marco Verratti, Roberto Gagliardini, Bryan Cristante, Giacomo Bonaventura, Marco Parolo, Lorenzo Pellegrini e Jorginho.

In attacco era scontata la convocazione del re dei bomber della Serie A, Ciro Immobile, insieme ad Andrea Belotti, Lorenzo Insigne, Antonio Candreva, Simone Verdi, Patrick Cutrone e Federico Chiesa. Dunque, a conti fatti, sono stati confermati alcuni pilastri della vecchia gestione ed anche 9 dei 13 giocatori che avevano debuttato in Nazionale proprio con Giampiero Ventura. Le novità più significative riguardano gli attaccanti di belle speranze, il milanista Cutrone ed il fiorentino Chiesa. Per entrambi è la prima convocazione. Di Biagio ha rinunciato a Mario Balotelli che pure ha seguito in queste settimane. Sono rimasti a casa anche El Shaarawy e Gabbiadini.

Di Biagio, solo un 'traghettatore'

Il dibattito su chi sarebbe stato il sostituto di Giampiero Ventura ha preso piede subito dopo la doccia svedese. Oltre ai nomi dei soliti noti, è cresciuto anche un partito 'pro-Di Biagio', tecnico che ha certamente fiuto per i giovani talenti chiaramente dimostrato con l'Under 21. Secondo alcuni addetti ai lavori, l'ex centrocampista di Roma ed Inter si gioca in questa settimana inglese le sue chanches di restare sulla panchina della Nazionale maggiore anche dopo questa fase cosiddetta di transizione. Dobbiamo però contraddire questo 'teorema' perché, alla luce di alcuni indizi, Di Biagio sarà semplicemente un traghettatore. Al di là delle recenti dichiarazioni del vice commissario straordinario federale, Alessandro Costacurta, c'è un altro aspetto che rafforza l'intenzione di affidare la panchina azzurra ad un 'grande nome' ed è puramente economico.

Nel budget che la FIGC ha stimato per il 2018, infatti, si registra un incremento rispetto allo scorso anno, in particolare alla voce “compensi nuovo staff tecnico Nazionale A”, con data che decorre dal prossimo 1 luglio. In bilancio sono stati stanziati 3 milioni e 200 mila euro in più, relativi a questo capitolo di spesa. Inutile sottolineare che servono a sostenere un ingaggio più elevato rispetto a quello dell'attuale CT che, al contrario, rappresenterebbe certamente la scelta più economica.

Mancini, dichiarazione d'amore

Sono mesi che la panchina della Nazionale viene presentata come una 'poltrona per tre'. I nomi sono arcinoti: Antonio Conte, Roberto Mancini e Carlo Ancelotti. Le quotazioni del primo sembrano in ribasso e tra Mancini ed Ancelotti, vediamo l'ex tecnico del Bayern Monaco decisamente favorito.

C'è da dire che Mancini ha pronunciato parole di estremo apprezzamento per la panchina azzurra e si è praticamente autocandidato. Intervistato da Sky Sport, l'attuale allenatore dello Zenit San Pietroburgo ha espresso la sua nostalgia dell'Italia e la sua voglia di tornare a lavorare nel Belpaese. “Credo che allenare la Nazionale possa essere straordinario, per un allenatore è un qualcosa di enormemente prestigioso”. Mancini è certamente tra i papabili, anche se attualmente è sotto contratto con la società russa. Ma, a nostro modo di vedere, le sue chances sono inferiori rispetto a quelle di Ancelotti.

Perché Ancelotti è il favorito

Diciamolo pure senza timore di smentita, se Ancelotti avesse espresso da subito la sua intenzione di allenare l'Italia, Costacurta lo avrebbe accolto a braccia aperte.

I due non hanno certo bisogno di reciproche presentazioni: compagni di squadra che insieme hanno vinto tutto con la maglia del Milan, successivamente Ancelotti è stato allenatore di Costacurta nelle sue ultime stagioni in rossonero. Pertanto, tutto dipende da Carletto, il quale lascia la porta socchiusa. “Diventare CT della Nazionale? Non è un'ipotesi lontana: Costacurta mi conosce ed io conosco lui”. Non è un mistero che il tecnico emiliano avrebbe preferito, dopo l'esonero dal Bayern, continuare ad allenare un club. “Preferisco allenare tutti i giorni – conferma – ma alla fine allenare la Nazionale non è certamente smettere di allenare. Bisogna aspettare, io sono ancora ufficialmente sotto contratto con il Bayern e poi ci sono altre persone che stanno lavorando.

La Nazionale ha attualmente un CT, credo sia necessario attendere per valutare il lavoro di Di Biagio”. Secondo quanto affermato da Costacurta, non bisognerà attendere troppo per conoscere l'identità del CT che guiderà l'Italia nei primi impegni ufficiali con la neonata Nations League, il prossimo settembre. Il vice commissario ha parlato di un paio di settimane ed il nome di Ancelotti, essendo formalmente libero (il suo rapporto con il Bayern è comunque finito), è l'unico che può essere ufficialmente annunciato in questa fase, fermo restando che il contratto del nuovo CT partirà comunque dall'1 luglio 2018. Si tratta di una primissima scelta, il nome di un tecnico che ha vinto un po' ovunque ed è in grado di mettere d'accordo tutti, compresi tifosi e stampa.

Nel momento più buio della storia ultracentenaria della Nazionale italiana serve un grande condottiero per rialzarsi dalla polvere: per Ancelotti sarebbe certamente una delle sfide più delicate della carriera, ma ne conosciamo l'enorme temperamento. Le sfide, anche quelle più difficili, non lo hanno mai spaventato.