Ha deciso di raccontare la sua partita più difficile in un libro. Gianluca Vialli ha ripercorso la sua storia calcistica e raccontato aneddoti in ‘Goals, 98 storie + 1 per affrontare le sfide più difficili’. Quel ‘+1’ rappresenta il match che ha dovuto affrontare all’improvviso un anno fa quando ha scoperto di avere un cancro. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera l’ex attaccante di Samp e Juventus ha anticipato alcuni contenuti del testo parlando, per la prima volta, della sua battaglia col ‘mostro invisibile’. “Avrei evitato di fare conoscere questa storia, ma non è stato possibile” - ha riferito Vialli.

Quest’ultimo ha riferito che considera quanto accaduto un momento di vita da vivere con coraggio e dal quale imparare qualcosa. “Non volevo far soffrire le persone che mi vogliono bene e sapevo che era dura dirla ai miei genitori, a mia moglie Cathryn ed alle mie figlie”.

Vialli ha precisato che, dopo un intervento e otto mesi di chemioterapia, sta bene anche se non ha nessuna certezza su come finirà la delicata partita. “Giravo con un maglione sotto la camicia per evitare che le persone si accorgessero di qualcosa” - ha aggiunto il cinquantaquattrenne che ha spiegato di aver provato inizialmente un senso di vergogna.

'Giravo con un maglione sotto la camicia per evitare che gli altri se ne accorgessero'

Ora l’opinionista Sky non ha più bisogno di quell'espediente e, tra il serio e il faceto, ha sottolineato di aver ritrovato il fisico bestiale di un tempo. Superate le titubanze iniziali Gianluca Vialli ha deciso di rompere il ghiaccio e di raccontare quanto gli è accaduto in un libro con la speranza che “possa essere d'aiuto ad altre persone che si ritrovano all’incrocio determinante della vita”.

“Noi siamo il prodotto dei nostri pensieri” è una delle frasi simbolo del modus vivendi del cremonese che sostiene che quando si molla una volta c’è il serio rischio di lasciarsi andare per abitudine. “Vorrei che qualcuno mi dicesse che non ha mollato per merito mio”.

Gianluca Vialli, trionfi e aneddoti

Nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera Vialli ha parlato anche del suo glorioso passato sul rettangolo verde.

Dal rapporto con Roberto Mancini (“Un fratello”) all’esperienza in nazionale tra alti (gli Europei del 1988) e bassi (Italia 90). “In quel mondiale Schillaci fu la stella nascente ed io quella cadente”. Un feeling speciale lo legava a Mantovani che riusciva sempre a convincerlo a restare. “Voleva ribaltare le gerarchie ed ogni volta che uscivo dal suo ufficio mi sembrava di camminare sulle acque”. Con la Sampdoria centrò lo scudetto capolavoro e sfiorò la Coppa dei Campioni. Trofeo che alzò alcuni anni dopo con la maglia della Juventus (“Avrei dovuto tirare il quinto o sesto rigore”).

Per Vialli il miglior calciatore che ha affrontato in carriera è il Maradona del mondiale messicano (1986). “Ho avuto la fortuna di correre anche per Mancini, Zola, Baggio e Del Piero”.