Solo una manciata di partite all'attivo con la maglia del Genoa, Federico Marchetti è finito molto presto ai margini del progetto rossoblu dopo un avvio di stagione incerto. Una decisione, quella di spedirlo in panchina, che all'ex portiere della Lazio non è mai andata giù e ora che la stagione si è ufficialmente conclusa non ne fa mistero.

Federico Marchetti deluso dal primo anno al Genoa

Così si è finalmente tolto qualche sassolino dalle scarpe: "La situazione è semplice da spiegare - ha detto Federico Marchetti ad Europa Calcio - avevo bisogno di tempo per tornare in forma dopo anni passati senza giocare, ma dopo appena cinque partite il Genoa mi ha messo in panchina.

Credo che per uno come me la stagione appena passata sia una situazione veramente aberrante". Il portiere rossoblu non nasconde il suo malumore per l'annata sotto la lanterna, non tanto per il rischio retrocessione della squadra, sventato solo all'ultimo respiro, quanto per l'ambiente ostile che avrebbe trovato: "Ai tifosi del Genoa non sono mai piaciuto ma non mi sono mai demoralizzato, né alla società che aveva cambiato idea sul sottoscritto in maniera molto veloce. Avrei potuto scatenare una guerra per questo, ma non sono una persona senza cervello. Ho capito che le guerre non portano a niente".

Quale futuro per il portiere del Grifone?

Il futuro di Marchetti formalmente è ancora legato al Genoa ma è più di una semplice ipotesi pensare che il portiere e il Grifone si separeranno nel corso di questa sessione estiva delle contrattazioni.

"Ho ancora un anno di contratto con il Genoa - ha dichiarato l'estremo difensore rossoblu - ma ho anche un'opzione per la stagione successiva. Questo non può bastare a chi ha l'ambizione di giocare e di stare in campo". Sul futuro Federico Marchetti si sbilancia: "Ho ricevuto delle proposte davvero interessanti, provenienti dall'estero da squadre di un certo tipo.

Sono molto tentato di dire sì ad una, ma al tempo stesso mi stuzzica restare in Italia. Vedremo cosa succederà".

L'avventura di Marchetti al Genoa, dunque, si può considerare archiviata. Pronto a ricominciare da un'altra parte, con il desiderio di chiudere la carriera in grande stile, magari in un'altra piazza importante. "Ho indossato la maglia della Nazionale ed è come essere un supereroe - ha ribadito il portiere - Ci sono in gioco delle responsabilità davvero incredibili.

L'emozione più grande di sempre però l'ho vissuta il 26 maggio 2013, quando con la Lazio abbiamo vinto la finale di Coppa Italia contro la Roma. Ancora oggi siamo gli eroi dei tifosi e più ci penso più mi vengono i brividi. Dispiace per come è finita ma doveva andare così", ha concluso.