Era il 2 luglio quando l'Inter ufficializzava il trasferimento di Stefano Sensi dal Sassuolo, ma nessuno si aspettava che quel ragazzo potesse diventare così velocemente il leader indiscusso del centrocampo nerazzurro. Invece, partita dopo partita il giocatore originario di Urbino sta dimostrando di essere un predestinato. Il match contro il Barcellona ha confermato come quell'esame di maturità sia stato superato a pieni voti tanto da impressionare anche gli uomini di spicco della dirigenza blaugrana, colpiti dalle giocate dell'ex Sassuolo.

Conte: 'Stefano è unico'

Classe 1995, Stefano Sensi può ricoprire diversi ruoli: regista davanti alla difesa o mediano, ma può essere utilizzato anche come mezzala o trequartista. Le doti che lo contraddistinguono sono il controllo del pallone, la visione di gioco, l'intelligenza tattica e la precisione nei lanci lunghi, abile anche nel trovare la via del goal come è accaduto già in queste prime partite di campionato. "Stefano è unico, in due secondi sa già cosa voglio. Lui vede il calcio prima di tutti", ha detto Antonio Conte commentando le sue prestazioni di questo inizio di stagione.

Per l'Inter 45' devastanti al Camp Nou

Grazie anche all'apporto di Sensi che ha dato nuova linfa ed imprevedibilità al settore nevralgico del campo, l'Inter ha disputato un primo tempo magistrale al Camp Nou nell'ultima partita disputata in Champions e conclusa, purtroppo, con una sconfitta.

Il risultato non ha premiato la squadra, ma Conte deve far tesoro di quei primi 45' che hanno evidenziato le idee, il coraggio e la capacità di mettere sotto pressione una delle big d'europa. I ragazzi di Antonio Conte escono sconfitti da Barcellona con rabbia, ma anche con la consapevolezza dei propri mezzi. Un k.o che non lascia ferite dal punto di vista del morale, anche se rende molto più difficile il cammino in Champions.

Ma l'Inter oggi si è resa conto di potersela giocare alla pari con chiunque.

La sconfitta deve essere un punto di riflessione per il futuro, perché l'Inter ha dimostrato di avere tutte le potenzialità per continuare il sogno Champions e lo dimostrano quelle giocate perfette che per un’ora abbondante hanno messo in crisi le certezze dei blaugrana e tolto luce e ribalta alla classe dei vari Arthur, Busquets e De Jong.

Parole di apprezzamento per l'ottimo gioco espresso dall'Inter arrivano anche da Arrigo Sacchi : "Quella subita non è stata una sconfitta, è stato un momento di crescita che deve dare coraggio e convinzione a tutti".

Ora il derby d'Italia

Ora, archiviata la pratica Barcellona, i riflettori si spostano sulla partita di domenica contro la Juventus dove l'Inter dovrà essere concentrata per affrontare nel migliore dei modi questo importante match di campionato. In palio ci sono tre punti di enorme valore, non certamente decisivi perché la stagione è ancora lunghissima, ma un eventuale successo dell'Inter oltre ad allungare a 7 la striscia positiva delle vittorie iniziali in campionato (verrebbe eguagliato il record storico del club stabilito nel lontano campionato 1966/67), consentirebbe di portare a 5 i punti di margine sulla Juve ed inscenare la prima fuga di stagione. Per Stefano Sensi un altro esame di maturità, finora non ha sbagliato una partita: a lui e Brozovic saranno consegnate le chiavi del centrocampo per una sfida che si preannuncia fin d'ora esaltante.